Amori stanchi e amori stronzi
di Andrea Devis
Il problema è sempre la testa, dove tutto ha origine e dove tutto ha una fine (prima o poi).
È un caos quando ti ritrovi all’incrocio dei pensieri spaesato senza sapere bene dove andare. C’è poi la stanchezza, che coglie tutti, indistintamente, trascinando giù nel vortice di quei pensieri farraginosi e poco definiti dai quali se ne esce solo per sfinimento. Ecco, la stanchezza può avere anche dei lati positivi che il mio animo ottimista non può esimersi dal raccogliere: quando siamo veramente esausti, e pensare ad amori nuovi, eventuali, futuri, inesistenti, passati, assenti e straboccanti non può rappresentare altro che l’ennesima caduta verso l’ennesima giornata di stasi dal mondo, possiamo assentarci. Approfittiamo della testa che ci chiede pietà e stacchiamo la spina; tanto non si può fare altro. Restiamo lì, e mentre le cose rimangono invariate (perché quasi nulla cambia in autonomia) pensiamo ad altro.
A volte si vorrebbe solo guardare avanti, ma quando ci si riesce, all’orizzonte non appare nulla. Il passato è tra la nebbia, e senza più una linea definita, non sai valutarlo con trasporto. Il futuro è invisibile, e delle aspirazioni, si fa fatica a fidarsi.
Relativizziamo i problemi ed eleviamo la superficialità temporanea a nuovo necessario valore morale.
Anche la mente ha i suoi sistemi di difesa. Per fortuna.
Certo che li ha; comunque, io, non so se sentirmi più stanco o più stronzo. Che domani possa essere veramente un altro giorno? Rossella is a fake!
Non so che dirti, io oscillo tra i due. E quindi domani sarà pure un altro giorno, ma dopodomani? Insomma va a finire che la testa, esasperata, semplicemente si scazza e si manda a quel paese da sola.
Domani è un altro giorno, ma dopodomani sarà di nuovo un giorno come oggi.
È ufficialmente il titolo del mio prossimissimo articolo.
Lose, sei sempre un’avanguardista! (in) consapevole?
:-O
All’avanguardia, dici? Direi in, decisamente in!
“Domani è un altro giorno, ma dopodomani sarà di nuovo un giorno come oggi” è esattamente quel che intendevo. Tu sì che mi capisci! Sei consapevole?
Sono consapevole. Forse troppo. Che sia quello a fregarmi?
Beata ignoranza!
Può darsi. Gli ignoranti e gli ingenui sono quelli che vivono meglio, dicono. Ah e i matti, anche.
L’ingenuità l’ho perduta, per l’ignoranza sono troppo curioso… non mi resta che la follia.
Che, fra l’altro, potrebbe essere genio.
‘Eleviamo la superficialità temporanea a nuovo necessario valore morale’: questa sì che mi piace. Spiega stupendamente la cura più semplice a un sacco di ansie e traballamenti. Straordinario. 😀
Grazie! Eleviamola allora 🙂