Domani è un altro giorno ma dopo domani sarà un altro giorno come oggi

di Andrea Devis

Questo posto è pregno di miei pensieri.
Vengo qui a scrivere quando -generalmente il pomeriggio- non ho altro da fare. Milano oggi è illuminata da un bel sole che non scalda, un sole che ti fa pensare all’eleganza della primavera. Intorno a me tante facce, ma neanche una che vedrei bene al mio stesso tavolo. È difficile, avere delle pretese, dei gusti, degli ideali. Nel mio caso, l’aspirazione alla perfezione mi stronca sempre; stronca tutte le facce alle quali provo ad affiancarmi. Forse sarà colpa di Venere in bilancia (così mi hanno detto) ma la questione resta sempre la solita: la perfezione non è universalmente riconosciuta, e ognuno di noi considera perfetta una combinazione di diversi elementi in proporzione variabile e a propria discrezione.

Mi guardo intorno, cerco, trovo un volto che mi piace. Mi concedo qualche secondo per perdermi in un paio d’occhi che non mi vedono, e che non rivedrò. Abbasso la testa.
Mi rimetto a scrivere e intanto ascolto le “è” troppo aperte del signore seduto con il figlio al tavolo a fianco. Incomunicabilità, incomprensione, timore, tentativo timido di emulazione, posticcia cortesia facente parte di un rapporto perso, o forse mai esistito. Le persone sbagliano, e la maggior parte delle volte -anche se non lo credono- sono loro a pagare il prezzo dei propri errori; non i figli, non le mogli, non le amanti, non gli amici. Loro. Loro scelgono le frustrazioni, gli intoppi e i successi. Loro, noi, io.

Non scarichiamo le responsabilità -per una vita che non gira- su altro o altri. Facciamola girare. Devo capire come fare. Finirò il mio pranzo e poi proverò a voltare l’angolo, provando a sorprendermi.
Domani sarà anche un altro giorno, ma essere immobili e attendisti non farà altro che catapultarci -dopo domani- in un altro giorno esattamente come questo.