I preservativi per il cuore
di Andrea Devis
Siamo sempre tutti attenti alla nostra incolumità fisica, quando ci relazioniamo con nuove persone; ma al cuore? Chi ci pensa? Sarebbe bello potersi proteggere da eventuali coinvolgimenti sentimentali? Se esistesse un preservativo per il cuore, riusciremmo veramente a farne uso?
Si presta grande attenzione per evitare di concepire una nuova vita -ed è un bene- ma spesso non si riesce nemmeno a concepire la possibilità di una relazione duratura, quindi, forse, il preservativo per il cuore eviterebbe solo l’ennesima strage. Poi però, pensandoci bene, finiremmo per domandarci che ce ne facciamo, di una condivisione di letto se non esiste seduzione. Se tutto fosse facile, prerogativa preordinata del nulla, probabilmente il sesso non avrebbe più nessun appeal. L’incognita del “poi”, di quelle parole libere e talvolta anche un po’ intimidite dal piacere, il dubbio del giorno dopo e l’adrenalina da brio post-coito, dove andrebbero a finire se non ci fossero i cervelli a complicare le cose?
Un corpo dentro l’altro: alla ricerca di un orifizio che permetta, semplicemente, di giungere al cervello, passando obbligatoriamente per il cuore. Non ci sono vie alternative, non ci sono scorciatoie: la strada può essere dissestata o trafficata, magari senza stazioni di servizio per fare una sosta, magari senza possibilità di rifornimento carburante… ma è lassù che si cerca di arrivare.
Mi chiedo che cosa ce ne faremmo -se esistessero- dei preservativi per il cuore.
Caro Andrea, a mio parere esiste eccome il preservativo per il cuore! si chiama Ragione e l’interruttore che la mette in funzione o la disattiva si chiama Libertà
una buona miscela delle due normalmente garantisce un buon risultato… normalmente…
mi piace leggere le tue cose e complimenti per la voce
🙂
Ciao Ros,
Grazie per i complimenti e soprattutto per il commento!
🙂
L’autoindulgenza dei gay italiani, eterno problema.
Spesso si dice che i gay siano la mala congiunzione tra la predisposizione sessuomane del genere maschile e l’ambientale romanticismo di quello femminile. Per quanto si sia, giustamente, restii ed avallare certe convinzioni di predisposizione genetiche, l’osservazione del fenomeno che questo post evidenzia fa pendere pericolosamente l’ago della bilancia.
Si è sviluppato nei gay un giustificazionismo da reietti che prende la condizione di discriminazione come scusa bastevole a legittimare qualunque comportamento “sociale”. Frivolezza istituzionalizzata e benedetta dalla vacuità dei mezzi che la propagandano.
Possono i gay che, con un’alzata di spalle, chiosano “c’è il cuore dietro ogni coito con uno sconosciuto” aspirare ad un riconoscimento sociale che preveda l’adozione come l’impegno di una coppia stabile e matura e non il passatempo di individualisti infantili, edonisti e frignoni? La risposta è no, lo dico obiettivamente e da strenuo difensore delle pari opportunità. Lo dico da attivista omosessuale e decennale osservatore. Discorso diverso per il mondo lesbico, che dimostra in maggioranza una maturità e un equilibrio riscontrabile solo nelle migliori unioni eterosessuali.
Troppa frivolezza, troppo fallocentrismo, troppo edonismo hanno precipitato i gay italiani in una condizione di continua, cercata insoddisfazione adolescenziale che, al di là dei modelli culturali proposti, li rendono potenzialmente e fattivamente inaffidabili.
Certi intermezzi, come quelli di questo articolo, sono accettabili fino i 16 anni, oltre valgono le considerazioni appena espresse.
Si eviti ogni levata di scudi o particolari casi specifici che non fanno statistica, in un discorso di profonda onestà intellettuale non si può che concordare con la situazione collettiva appena espressa, la stessa onestà che dovrebbe spingere a prendere motivati e rapidi provvedimenti per arginare questa ipertrofia sentimentale sessualmente iperconnotata che allontana dalla realtà sociale e dalla consuetudini di un paese che non potrà accordarci certi diritti. L’auspicio è passare dallo status di liberti a liberi, maturi cittadini.
Ciao e grazie innanzitutto per esserti soffermato sul mio articolo!
Grazie poi anche per il commento, ho apprezzato molto la tua disamina.
In realtà l’articolo è nato guardando (e pensando) le trentenni single che popolano la mia città (Milano) e che troppo spesso vantano un’indipendenza carnale che a conti fatti risulta semplicemente posticcia; certamente è molto vicino anche all’autoindulgenza omosessuale, o all’autoindulgenza e basta, più verosimilmente. Sono comportamenti quasi patologici, quelli che descrivi, ma riscontrabili anche in persone dalla “diversa” sessualità (laddove diversa in questo si intende come “diversa da quella omo”); mi piace pensare, come ho sempre fatto, che i comportamenti, gli atteggiamenti e addirittura le pulsioni siano slegate da un uccello o da un paio di tette e che vadano a sfociare sempre là (mi ripeterò, lo so, sono noioso): nel cervello, passando, ovviamente, per il cuore. Ma forse per certi versi anche io mi sono fermato alla vacuità dei sedicenni. Che sia totalmente un male? Mi riprometto di pensarci su.
Grazie ancora!
a volte, andrea, non creare interferenze tra una vitalità che si esprime col bassoventre e un’altra che si esprime amando, fa di un atto fisico quello che è. difficile mantenere il distacco necessario nella pratica – senza contare che per farlo devi essere il protagonista assoluto della storia che va svolgendosi sotto i tuoi piedi. sembra più semplice la via ” che se non mi innamoro in qualche maniera è difficile che ci vada a letto “. ma anche qui non sono rose e fiori, insomma una bella fatica!
( sempre interessanti i tuoi colpi al cuore! 😀 )
Ciao! Grazie! Colpi al cuore o colpi alla testa? In ogni caso, sempre piuttosto traumatici!
C’è chi vede nel preservativo (o nei contraccettivi in genere) la causa della disinibizione sessuale troppo ostentata ai nostri giorni. Ragionamento a dir poco assurdo, che però sarebbe validissimo nel caso di un “preservativo per il cuore”. Quando si fa sesso, si condivide l’intimità, una sfera di emozioni strettamente personale che non può prescindere dall’uso del cuore, anche se in senso meno romantico o profondo come nel caso di due partner che si amano per davvero.
Pensa che durante l’orgasmo il nostro cervello produce (tra gli altri) un ormone particolare: l’ossitocina. Beh, l’ossitocina oltre ad assumere un ruolo importante durante la gravidanza e l’allattamento, favorisce l’instaurarsi di legami profondi ed è pertanto ritenuto uno degli ormoni responsabili dell’innamoramento.
Anche biochimicamente, quindi, non può esistere un preservativo per il cuore. D’altronde, ciò che differenzia l’autoerotismo dall’atto sessuale è il contatto profondo con l’altra persona; a mio avviso è proprio il bisogno del calore umano a rendere il sesso così inestricabilmente legato ai sentimenti.
Questo commento mi piace un sacco. Ricordavo qualcosa sull’ossitocina, ma non così bene.
Grazie!
Io di stelline te ne darei almeno 10 solo per il titolo e per lo sviluppo dell’argomento. Bravo Andrea. Come sempre. 🙂
Grazie mille! 😉
Non vorrei mai a pensare a questo… abbiamo già il preservativo per la mente, per questo non funziona il nostro mondo… Pif
Anche io ne faccio volentieri a meno…
Buongiorno Andrea, ti auguro un splendido inizio di una primavera da sogno in amicizia Pif
Ciao Pif!
Grazie tante! Ti auguro anche io una meravigliosa primavera!
🙂
Io penso che le esperienze ti portano a rafforzare così tanto il carattere, che vedi tutto in modo realistico..x cui il miglior preservativo x il cervello e’ la nostra razionalità fondata sulle relazioni positive e negative che abbiamo avuto in passato.personalmente essendo sempre stata delusa sentimentalmente riesco a scindere l’atto fisico dal cuore..e il segreto e’ lasciar che sia l altro a fare: se ti cerca,se fa di tutto x rivederti vale la pena di dargli un minimo di fiducia..se nn si impegna nel contattarti e stare con te vale la pena di eliminarlo immediatamente x non dar modo al cuore di riempirsi di ferite..in questo modo ho smesso di soffrire ..