andreadevis

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Tag: seduzione

Senza filtro

Va bene, non voglio esordire con una di quelle frasi tipo “si stava meglio quando si stava peggio”; innanzitutto perché trent’anni sono un po’ pochi per millantare un’esperienza da anziano uomo di mondo, e poi perché è semplicemente troppo facile lamentarsi opinando su un passato che a conti fatti nemmeno abbiamo vissuto a pieno. Questa è l’epoca di internet, dove la gente trascorre il tempo in un non-luogo chiamato web, nel tentativo (spesso vano) di stringere legami tutto meno che virtuali. Abbiamo un mezzo potentissimo: si può andare ovunque e raggiungere chiunque, eppure le persone finiscono per allontanarsi sempre più l’una dall’altra. Tra un social network e una porno app per il telefono, tra una foto filtrata e un retweet, ci dimentichiamo dell’importanza del contatto. E degli sguardi.

Mi è arrivato un suo messaggio sull’iPhone: si tratta di una mia foto, scattata dall’altro lato della strada. “Sei tu?” mi chiede. “Sì che sono io”, rispondo. Passa un po’ di tempo, e mentre cammino sotto al portico della palestra, incrocio uno sguardo che mi sembra di aver già visto, ma probabilmente mi sbaglio: troppo spesso fantastico su gente che in realtà non conosco affatto. Proseguo. L’altro ieri vado a pranzo nel solito posto, che ha un’insalata vegana niente male. Aspetto un amico vicino all’ingresso, mentre la cameriera prepara il tavolo. Il solito viavai di gente, la solita Milano della pausa pranzo, i miei soliti pensieri. Finisco l’insalata, scambio due chiacchiere e mi dirigo verso lo studio di C., per dare un’occhiata alle nuove opere che sta preparando per la sua mostra. “Ti ho visto ancora, eri fermo all’ingresso del ristorante, oggi, a pranzo” mi scrive in un altro messaggio. Rispondo. “Frequentiamo gli stessi posti, abitiamo vicini… perché non ci conosciamo sul serio? Così magari dopo potrai anche alzare lo sguardo e salutarmi quando mi vedrai in giro”, perché so che capiterà di nuovo.

Ammetto che un po’ mi piace. Certo, va sempre a finire malissimo, ma a me la seduzione piace. È quella che oggi manca nei rapporti. Tutto troppo facile, troppo diretto e con pochi filtri (escludendo ovviamente quelli di instagram).

È ormai vecchia di mesi, ma ripenso un po’ alla mia ultima cotta, in questi giorni. Non perdo mai la testa. Mai. Forse è stata la seduzione a fregarmi. La seduzione implicita, ovvero le parole bloccate tra le labbra chiuse e quelle irrimediabilmente scivolate dagli occhi; la musica che racconta e che dice troppo, e quelle fottutissime mani che sapevano sempre come prendermi e che -forse involontariamente- mi davano ogni volta l’impressione che non volessero più lasciarmi andare.

Guardiamoci di più negli occhi, e smettiamola di aver paura.

 

Gli orgasmi dell’ego

Più o meno laddove l’orgasmo del corpo non basta più, comincia la ricerca dell’orgasmo dell’ego. Orgasmi multipli, simultanei, precoci, inaspettati… in un mondo dove indagare sé stessi è ogni giorno più difficile, mi pongo il solito bouquet di domande prevedibili. Cosa nasconde la promiscuità improvvisa? Cosa si cela dietro al desiderio di avere un gran numero di amanti che prima d’ora mai era stato contemplato? Per qualcuno potrebbe essere il solito bisogno di corporalità, uno sfogo basso delle pulsioni sessuali. Per qualcun altro si tratta di qualcosa di più: che senso ha andare a letto con persone che a malapena conosci (o che non conosci proprio per niente) se sai bene che quell’incontro -forse proprio perché privo dell’erotismo della conquista- non condurrà poi lontano dal piacere dell’autocelebrativa solitudine?
La componente “rischio”, per chi è attratto da questi scenari, risulta marginale. Ci deve essere qualcosa che non va. Come in tutte le cose è il cervello che comanda, ed è lui che vuole godere.
Ci si relaziona con persone che ci riempiono di complimenti, che ci osservano estasiate. Le persone con cui andiamo a letto rimangono quasi incantate, da un’immagine frutto non certamente della spontaneità. L’orgasmo dell’ego arriva dopo, quando ci sentiamo cercati, desiderati. L’orgasmo dell’ego è impegnativo e fine a sé stesso. Brancolando tra le insicurezze, si trova attraverso gli orgasmi dell’ego lo stimolo per reagire all’indolenza, che ci rende talvolta addirittura noiosi per noi stessi: quante parole, quanti problemi, quante facciate.
Poi arriva sempre qualcuno che non ti cerca, che non ti vuole, che sai benissimo essere la persona palesemente più sbagliata di questa terra, ma è proprio lì che si perde la testa. L’ego si fa tutto d’un tratto frigido, irrigidito dalla fermezza di una mente che non siamo riusciti a sedurre come avremmo voluto. Così, non rimane altro che elaborare l’ennesima frustrazione, consci del fatto che abbiamo provocato sì un orgasmo dell’ego… ma dell’ego di qualcun altro.

Chi soffre di elucubrazione precoce?

Viviamo in un periodo storico nel quale la gente non ha più voglia di affezionarsi. Vita sociale, musica, luoghi, relazioni: tutto è in balìa del momento, della moda. Gli adolescenti si affezionano agli “idol” pronti però a cambiare il centro dei loro interessi non appena un nuovo faccino calca le scene. Pensavo alla musica, e a quanto sia difficile crearsi un pubblico che non tradisca. Si sente spesso dire “lui non mi piace ma qualche canzone è carina”; troppo facile: se fosse possibile prendere solo una parte delle persone che ci piacciono, sarebbe estremamente tutto semplice. Ma possiamo permetterci di fare questa scissione di cosa ci va e cosa non ci va solo in certi ambiti. Il locale tanto carino dove andare a bere -per quanto carino possa essere- è subito accantonato per verificare se altrove non ci sia di meglio, in un costante inseguimento alla ricerca di chissà cosa.
Mi guardo intorno: tutto è diventato facile anche tra le persone. Non c’è più seduzione, non c’è più impegno, non c’è più conquista, non c’è più né un prima né un dopo. Il vacuo spirito dell’approssimazione è il filo conduttore dell’esistenza di molti. È come se tutti avessero preso troppo alla lettera il leitmotiv “vivi alla giornata”, e nessuno pensi più a chi è stato e a chi vorrebbe essere. Una sorta di profonda rassegnazione alla solitudine guida le masse, che senza rendersene conto, vivono sulla scia effimera della temporaneità dell’incontro.

Che merda.

La vagina interiore

Tutti disponiamo di una vagina interiore: un tunnel di pensieri, sensazioni e percezioni. Alcuni di noi hanno un buon rapporto con la propria vagina interiore: la ascoltano, la curano e la tengono pulita prevenendo eventuali fastidi e pruriti; per altri la vagina interiore non è altro che una voragine vergine. È un reticolo di emozioni, un viatico verso innumerevoli realtà. È colei che ci guida verso la scelta giusta e che ci permette -con un rispetto quasi materno verso noi stessi- di compiere la scelta giusta e di resistere quando la vita ci mette alla prova. La vagina interiore impedisce alle cose che non abbiamo di rovinare il godimento dato da quelle che abbiamo.

Vivere un rapporto sereno con questa inesplorata parte della nostra psiche non è sempre facile. È il desiderio di fare ordine che spesso ci mette di fronte a questa fregna inaspettata. Si ristabilisce il contatto con la poetica della pace e della seraficità. È ovvio che non sempre si può essere equilibrati, ma la vagina interiore ci guida mescolando cuore e cervello, praticità e romanticismo, comprensione e intransigenza.

Chiaramente la verginità non è un valore, in questo caso men che meno. Preservare la vagina interiore dagli stimoli esterni è un po’ come decidere di non usare il cervello per paura che si logori.

Indispensabile è la capacità di utilizzare l’orifizio giusto al momento giusto, ovviamente. Utilizzare la vagina interiore per urinare, ad esempio, non farebbe altro che affogare i poveri neuroni in un mare di piscio; utilizzarla impropriamente per sedurre, potrebbe invece renderci tutt’altro che papabili, e finiremmo per trovarci di fronte a qualcuno non in grado di interpretare correttamente le nostre intenzioni. Sbagliare lato e ragionare con il culo al posto della vagina interiore è uno degli errori più comuni, come anche confondere le labbra delle nostre petulanti bocche con quelle più nobili dell’organo nascosto, che però, parlano solo se interpellate.

Disporre di una bellissima vagina interiore ci rende più belli anche fuori, quindi non sorprendiamoci se poi tutti vorranno toccarcela e intrattenersi con lei per ore. Le vagine più evolute si dissociano dal resto del corpo, mettendo in ombra tutto ciò che non le riguarda; è quindi bene fare attenzione al loro desiderio di essere prime donne, perché è un attimo lasciarsi sfuggire la situazione di mano.

La vagina interiore regala fortissimi orgasmi psicologici a chiunque la possieda (sia in termini fisici che carnali) ma non è sempre facile farle raggiungere l’apice dell’appagamento. Lei, comunque, è profondamente gentile e ti risponderà sempre dicendoti che come te non c’è nessuno.

 

I preservativi per il cuore

Siamo sempre tutti attenti alla nostra incolumità fisica, quando ci relazioniamo con nuove persone; ma al cuore? Chi ci pensa? Sarebbe bello potersi proteggere da eventuali coinvolgimenti sentimentali? Se esistesse un preservativo per il cuore, riusciremmo veramente a farne uso?

Si presta grande attenzione per evitare di concepire una nuova vita -ed è un bene- ma spesso non si riesce nemmeno a concepire la possibilità di una relazione duratura, quindi, forse, il preservativo per il cuore eviterebbe solo l’ennesima strage. Poi però, pensandoci bene, finiremmo per domandarci che ce ne facciamo, di una condivisione di letto se non esiste seduzione. Se tutto fosse facile, prerogativa preordinata del nulla, probabilmente il sesso non avrebbe più nessun appeal. L’incognita del “poi”, di quelle parole libere e talvolta anche un po’ intimidite dal piacere, il dubbio del giorno dopo e l’adrenalina da brio post-coito, dove andrebbero a finire se non ci fossero i cervelli a complicare le cose?

Un corpo dentro l’altro: alla ricerca di un orifizio che permetta, semplicemente, di giungere al cervello, passando obbligatoriamente per il cuore. Non ci sono vie alternative, non ci sono scorciatoie: la strada può essere dissestata o trafficata, magari senza stazioni di servizio per fare una sosta, magari senza possibilità di rifornimento carburante… ma è lassù che si cerca di arrivare.

Mi chiedo che cosa ce ne faremmo -se esistessero- dei preservativi per il cuore.