La vita è un ciclo, e oggi ha le sue cose

di Andrea Devis

Vorremmo tutti avere la possibilità di trovare qualcuno per il quale valga la pena togliere la maschera. Vorremmo tutti trovare qualcuno abbastanza forte da saperci amare semplicemente per quello che siamo, senza restrizioni o aggiustamenti di sorta.
Vorremmo essere noi quelli deboli e pieni di incertezze, vorremmo vivere palesando i nostri punti deboli con la sicurezza di qualcuno accanto sempre pronto a sorreggerci.

Risultiamo però come quelli forti e sicuri, siamo quelli solidi e incorruttibili, quelli algidi cui la sofferenza sentimentale se colpisce lo fa senza lasciare segni visibili. Così, tutti si sentono in una posizione minoritaria rispetto a noi, e quando cerchiamo -sforzandoci- di vedere nell’altro quella figura forte e solida cui aspireremmo che fosse, ci ritroviamo con un’instabile proiezione tra le mani.

Ci si stanca presto di essere quelli forti, perché ogni tanto vorremmo che la vita ponesse sul nostro cammino qualcuno che ci faccia sentire deboli, capace di mostrarci la strada che ancora dobbiamo percorrere, perché se non ci si migliora vicendevolmente, un rapporto resta soltanto un rapporto a metà.

Poi sul cammino ritroviamo le facce di sempre, perché è tutto un ciclo, e se una cosa la devi chiudere ma non la chiudi, prima o poi la vita te la fa ritrovare davanti al naso; non ha senso fuggire e nemmeno nascondersi. La speranza è che -così come la vita ti costringe a chiudere rapporti e contatti- ti costringa ad aprirne di nuovi, nei quali magari calare finalmente la maschera in nome di una autenticità ritrovata. O forse mai incontrata prima.