andreadevis

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Tag: storia

Ci si innamora delle persone sbagliate se ci si sente sbagliati (il momento giusto è adesso)

Un gran mal di testa, questa mattina. Non so per quale motivo abbia bevuto così tanto ieri sera. Ripensandoci forse invece lo so. È lo strascico dello scorso fine settimana: la paura delle mancanze, delle delusioni e sopra ogni altra cosa l’esigenza di trasformare una splendida avventura in qualcosa di meno effimero. Non avevo voglia di pensarci.

Gli operai hanno lavorato alla strada anche oggi, per qualche ora. Quando mi sono alzato ho spostato le tende per dare un’occhiata, ma è stato il cielo a catturare la mia attenzione. Milano in questi giorni è totalmente grigia. Un tempo forse avrei accordato il mio umore all’atmosfera; ora non più, non adesso.

Solo qualche mese fa una giornata come questa mi avrebbe piegato dal dolore. Quello invisibile, s’intende. Rileggo i miei vecchi scritti, ascolto Phil Collins, mi godo questa serenità: imposta e poi spontanea. Ho smesso di provare a interpretare i pensieri che spesso gli altri nemmeno hanno. Ho iniziato a concentrarmi su di me, perché sono io il mezzo più veloce per raggiungere la serenità (mia e altrui).

Mi innamoravo delle persone sbagliate non tanto perché quelle giuste fossero già impegnate con le altre persone sbagliate, ma perché io per primo mi sentivo sbagliato. Con questa ritrovata consapevolezza mi districo dal groviglio dei pensieri. Ho smesso di torturarmi quando ho capito che il modo migliore per vivere i rapporti è concentrarsi sul momento che si sta vivendo, provando a rendere migliore la vita di chi abbiamo a fianco: dieci anni, due mesi, una notte… se sei bravo può bastare anche il solo frangente di un sorriso, o di uno sguardo.

Cerchiamo qualcuno che ci liberi, non lo troviamo, ci lamentiamo degli insuccessi e dei fallimenti, alimentiamo la rabbia, coltiviamo l’insofferenza e la depressione. Ma chi vorrebbe a fianco qualcuno così? Liberiamoci da soli, e iniziamo a diventare più simili a quell’immagine di noi che abbiamo messo sotto spirito in attesa del momento giusto.

Principi azzurri e principesse rosa travestiti da rompicoglioni non potranno mai riconoscersi, ma solo respingersi.

Il momento giusto è adesso.

Amore: collezione autunno inverno 2012/13

Quest’anno vanno di moda gli amori sobri ed eleganti, che non sorprendono se non per la loro semplicità. Amori che non gridano, amori cauti e tutto sommato fatti di abbinamenti prevedibili. Va di moda l’eleganza del classico. Sfilano amori che convincono perché necessari; necessari a chi li vive e a chi li osserva.

Ma dove finiscono gli amori che hanno già sfilato in passerella? Conosco chi resta a guardare un amore passato, cercando mille difetti e mille ragioni per giustificarne l’uscita di scena, ma finendo poi alle solite sfilate nella speranza di trovarne una versione aggiornata. Ho parlato con chi ha preso un amore e lo ha strattonato, consumato e insultato fino a perderlo, ma che alla fine non è mai riuscito a staccarsene veramente, nonostante le ricuciture, il tessuto liso e il persistente odore di naftalina.

Non mi piacciono gli amori passati che ti spingono alla distruzione, di te stesso e della memoria. Amo conservare i ricordi senza dare a nessuno la possibilità di aggiungerne di nuovi a quel capitolo; disprezzo la crudeltà di chi si fa governare dall’odio. C’è poi un limite oltre il quale l’immagine concreta non conta più, e le cose che vale la pena custodire nell’angolo più intimo del cuore diventano quelle che apparentemente -per chiunque altro- non avrebbero alcun senso.

Io ho scelto di ricordare il bello, anche quando l’amore tira fuori il peggio. Non ho deciso di essere cieco, ho deciso di essere consapevole. Mi concentrerò sul perdono. Perdonerò me stesso, perché non ho nessun altro da perdonare. Fatto questo, andrò in quell’angolo del cuore, e ogni volta che vorrò, ritroverò una canzone, un paesaggio, una tazza di tè, un sorriso, un profumo, un vecchio palazzo con un giardino segreto, un abbraccio, il rumore della città in lontananza, la sabbia inaspettata sotto ai piedi e cento altre cose.

Con serenità e tenerezza penserò a quelli che cercando di nascondere l’amore in un ridotto angolo del cuore, finiranno per farlo sbadatamente strabordare dagli occhi.

Attenzione: strada dissestata

Attenzione: strada dissestata. Ma anche disastrata, disgregata, disidratata e poi dissetata, dal sudore della fronte e da quello dei nostri cuori affaticati. E’ scritto in grande -all’inizio- eppure finiamo sempre per ripercorrerla, di nuovo e di nuovo ancora, quella strada; tra vecchie insidie e qualche ostacolo che nottetempo ci eravamo illusi potesse essere sparito.

Sappiamo di non aver ragione, ma non necessariamente ciò significa avere torto. Lungo il percorso, le variabili sono infinite. Le nostre teste si affidano al conforto di qualche spicciola filosofia da borsetta, lasciandosi governare da misteriosi leggi che non razionalizzeremo mai.

Ci auguriamo sottovoce di trovare davanti qualcuno che, con grande calma, prosegua rispettando tutti i limiti di velocità, su questa strada dove non è consentito il sorpasso. Ci auguriamo che quel qualcuno ci impedisca così di premere sull’acceleratore troppo presto, come al solito. Ci auguriamo speranzosamente di aver messo da parte l’esperienza necessaria per tenere saldamente il volante, perché sulla strada dissestata si sa: il rischio di finire fuori carreggiata è una certezza, ma è anche un finale al cardiopalmo nel quale non possiamo tenere gli occhi chiusi.