andreadevis

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Deserte Di Notte

Lasciamo da parte per un attimo i lustrini, gli effetti speciali e i virtuosismi spettacolari: a mezzanotte esce Deserte Di Notte, quattro brani nei quali ho sperimentato in una direzione inequivocabilmente pop, concentrandomi sui testi e sulla suggestione delle melodie. Chi mi conosce, mi ritroverà tra le parole. Ho pensato fosse arrivato il momento di smettere di ripararmi dietro la mia voce e dietro a parole che ti riempiono la bocca, basta filtri; voglio raccontarvi una storia. Anzi, quattro.

La vita ci fa percorrere strade diverse, ma ogni tanto – sorprendentemente – ci si ritrova a vivere le stesse emozioni. Sentivo di essere musicalmente maturo per lasciare i riflettori alla mia scrittura (che a dire il vero, su queste pagine, non ha mai avuto grandi freni) e meno alla forma.

Un ringraziamento speciale a Edoardo Morelli che – come sempre e più di sempre – ha messo tutto se stesso nella realizzazione di questo Extended Play, musicando le mie composizioni e tenendomi lontano dal vizio dell’autocensura che spesso, senza accorgercene, applichiamo sui noi stessi e sulle nostre idee, per paura non si sa bene poi di che cosa.

Lascio qui sotto il comunicato stampa con tutti i link per poter ascoltare Deserte Di Notte. Grazie fin da ora a tutti quelli che vorranno lasciarsi guidare altrove dalle mie canzoni. Sosteniamo la musica indipendente!

Il cantautore milanese Andrea Devis (al secolo  Stefano Marchetti) torna con un nuovo progetto dal titolo Deserte Di Notte; quattro brani che mostrano l’artista e la sua scrittura maturati e stilisticamente coesi. Al contrario del precedente (Nella Stanza, 2018, Pongo Edizioni) la narrazione e l’identità musicale sono ben definite, lasciando poco spazio alle divagazioni: i linguaggi si mescolano, dando vita a canzoni indiscutibilmente pop, dirette e libere da orpelli stilistici. 

Memore dei riconoscimenti ottenuti in vari contesti (tra cui un premio per i suoi testi, ricevuto nell’ambito del Salone del Libro di Torino nel 2017 e la vittoria ad Area Sanremo nel 2012) compone i brani dell’EP interamente al pianoforte, avvalendosi – per la produzione, missaggio e mastering – della collaborazione, ormai di lunga data, con il produttore e arrangiatore Edoardo Morelli. 

In apertura, Daddy, dove l’amore diventa dipendenza e la dipendenza un surrogato dell’amore stesso. Corrosivo, romanticamente decadente. Il brano – che detta le regole per l’intero progetto contaminando il suono del pianoforte con i profili elettronici degli altri strumenti – lascia poi spazio a Papaveri Rossi, e alla poetica di un testo che riesce a parlare con le immagini: “incauti papaveri ai bordi di strade assolate, battute di giorno e deserte di notte”. La metafora e il linguaggio sognante e un po’ malinconico ci raccontano una storia senza mai svelarne esplicitamente l’identità dei personaggi. Nemmeno Le Dive Americane, terza traccia dell’EP, è una canzone d’amore, ma piuttosto un viaggio nella sfera più intima dell’autore, che con questo pezzo in particolare si apre al dialogo con il proprio passato. E se le dive americane sono un ideale irraggiungibile, sirene dall’irresistibile richiamo, muse che non invecchiano mai, è proprio il tempo il vero protagonista del brano: giudice spietato, inarrestabile, crogiolo di bilanci ai quali è difficile scampare. Fragole & Champagne alleggerisce l’atmosfera, favoleggiando con il piglio crudo e disilluso di questo progetto (e in senso più ampio caro a molti autori contemporanei) su una serata fuori: tra i lampioni, la malinconia della domenica e le bollicine isteriche dello champagne – nel quale affogano le fragole – come in una sorta di moderno elisir di lunga vita. 

Deserte Di Notte è in sintesi un EP dove l’artista definisce se stesso attraverso gli stilemi della sua scrittura, prodigandosi – sia nella costruzione delle melodie che nella stesura dei testi – per risultare diretto e inequivocabile; eppure, senza mai riuscire davvero a rinunciare alle tinte tenui tipiche di una certa poetica romantica che come una patina riveste tutte le composizioni, rendendo l’album estremamente scorrevole dalla prima all’ultima traccia. 

Andrea Devis pubblica Deserte Di Notte il 07/05/2021, ed è disponibile in digitale su tutte le principali piattaforme musicali e di streaming del mondo.

Spotify spoti.fi/3nT98a9

YouTube www.youtube.com/andreadevismusic 

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Mi sono distratto

Accidenti, mi sono distratto un attimo, ed è passato un altro anno.
Ormai potrebbe diventare un’abitudine: un post più o meno ogni anno, più o meno verso metà Giugno. Quello che scrissi un anno fa, potrei averlo scritto ieri. Vale ancora.
Ma ormai, chi segue più questo blog? Sono lontani i tempi in cui raccontavo dei miei appuntamenti, o quelli in cui – ossessionato da un certo qualcuno – sfogavo qui la mia depressione. Le ossessioni romantiche un po’ restano sempre – noi lo sappiamo – ma la vita, quando glielo concedi sa sorprenderti, permettendoti di costruire passo dopo passo la tanto agognata serenità (che fortunatamente non è quasi mai come te l’aspettavi, altrimenti sai che noia).

In questo ultimo anno credo di essere cresciuto molto, musicalmente parlando. Ho abbandonato tanti vezzi, e mi sono accorto che quando una canzone – una storia – la scrivi bene, diventa facile cantarla – raccontarla. Era così semplice da capire, eppure allo stesso tempo era anche una verità totalmente inaccessibile. Bisogna vivere.
Non so quando potrò pubblicare un nuovo disco, vorrei poter dire domani, perché le idee non mancano, ma – senza ripetermi troppo – dirò che non basta l’intuizione, ci vuole il denaro, per investire in sé stessi, soprattutto quando il tuo nome non è grande e altisonante come vorresti. Ma va bene. Troverò un modo. Trovo sempre un modo.

Due anni fa ho pubblicato Nella Stanza, un potpourri di canzoni più che un album. Tante anime diverse, maldestre, tante ingenuità, tanta genuinità, bellezza, cura. Quando mi riascolto sono contento del lavoro di produzione che è stato fatto: senza Nella Stanza non sarei potuto andare oltre; non sarei potuto uscire dalla mia, di stanza. Un po’ introverso come me, sfugge a qualsiasi definizione di genere, intrattenendo fin dalla prima traccia con sonorità vagamente anni ottanta, per poi svelare una vena malinconica che non si esaurisce mai. C’è l’esperimento funky (La Risposta), la citazione di MJ (Le Parole Allontanate), il testo schietto ma quasi parodistico (Ci Si Innamora Delle Persone Sbagliate), il concitato gospel finale (This Day)… mi si potrebbe in ultima analisi dipingere dunque come una personalità disturbata, ma preferisco definirmi in movimento.

E mentre mi muovo, aspetto che la vita mi sorprenda ancora.

Ricorrenze & bilanci

Più o meno dai primi anni del duemila, internet è stata – ed è – una finestra sul mondo, un mezzo attraverso il quale ho conosciuto persone fantastiche e scoperto artisti che ancora ascolto (oggi su Spotify e non più su My Space). Ma la rete – ora più che mai – è anche un luogo dove molti di noi rendono pubblico quello che fanno, dai traguardi lavorativi e sentimentali fino alle interminabili e patinatissime vacanze puntualmente riportate su Instagram.

Essendo io un artista emergente, osservo spesso gli spostamenti di alcuni miei simili, e stando a quanto riportato sulle loro pagine, fanno una vita fantastica. C’è chi è partito per un tour in Asia, chi ha firmato con importanti etichette e chi addirittura si è trasferito negli Stati Uniti (e ha poi ottenuto un contratto discografico e pubbicato un album). Forse qualcuno si starà domandando se tutto questo in qualche modo mi urti, mi roda… e posso serenamente affermare di sì, senza alcuna ombra di dubbio. Mi chiedo come facciano. Personalmente, faccio i conti ogni giorno con la paura di perdere il lavoro, di non riuscire a pagare il mutuo, emetto sonori vaffanculo quando mi viene notificata una multa, entro in crisi mistica non appena penso alle tasse, mi domando se morirò prima di aver finito di pagare le spese straordinarie di condominio, e via così.
E pensare che sono pure una persona fortunata.

Lo so: siamo cresciuti sentendoci ripetere che dobbiamo avere fiducia in noi stessi, non abbandonare i nostri sogni e altre cose su questo genere. Ma la verità è che la musica è roba da ricchi. Scrivo quasi ogni giorno – slegato da qualsiasi logica o fine – ma produrre un disco è proibitivo, se lo vuoi fare bene. Anche prendere parte a festival, audizioni e provini richiede tempo, e forse c’è un’età per ogni cosa. E quell’età non sono sicuramente i trenta inoltrati. Provo a essere indulgente con me stesso, ma non ci riesco quasi mai.

Una persona, tempo fa, mi disse che non ero riuscito ad avere grande successo perché non avevo avuto abbastanza fame. Una frase detta così, in mezzo ad altre cose, che se però ancora ricordo vuol dire che un po’ di male (inavvertitamente?) me lo ha fatto. Come se fosse tutta colpa mia. E forse la colpa è anche mia, ma mica tutta. Non è vero che possiamo avere tutto se lo desideriamo fortemente: possiamo avere delle cose, ma non tutto. Non tutto dipende da noi.

Dieci anni fa esatti, vendevo la mia automobile per racimolare un po’ di soldi (che comunque non sarebbero stati sufficienti) partendo alla volta di Los Angeles, dove studiai con il mitico Seth Riggs e passai quella che forse è stata (ad oggi) l’estate più bella della mia vita. Una ventina d’anni, e quella sensazione meravigliosa che ti fa pensare sia ancora tutto possibile (perché forse, effettivamente, lo è).

Quando un anno fa ho pubblicato Nella Stanza – il mio album di debutto – non sapevo bene cosa aspettarmi. È stato un lavoro lungo, nel quale ho investito tanto denaro, tempo e soprattutto tanta energia, mentale e fisica. È buffo perché la sera prima dell’uscita del disco – senza alcuna pianificazione – mi sono ritrovato a chiacchierare sotto un lampione giallo insieme a qualcuno che mi aveva spezzato il cuore, parlando di quanto certi legami restino per sempre, seppur su un piano diverso da quello della reale quotidianità. Sono anche riuscito a sfuggire a quel bacio che tanto avevo desiderato.

A distanza di un anno (ma sembra di più) sento di non essere rimasto immobile, nonostante non abbia venduto milioni di copie e non sia diventato la nuova stella nascente del pop. C’è stato un momento, circa due, tre mesi fa, in cui mi sono sentito nel futuro; mi sono ritrovato cambiato, e con me sono cambiate le priorità. Ho lasciato andare vecchie convinzioni e ne ho abbracciate di nuove, così come ho conosciuto nuove persone e prospettive. Non ho ancora imparato ad accettare il tempo che passa e ti fa invecchiare la faccia, ma ci sto lavorando.

D’altro canto Nella Stanza andava pubblicato affinché da quella stanza uscissi, per andare verso nuovi capitoli della vita. E se è vero che sono un po’ meno tormentato, mi ritrovo a lottare con la disillusione tipica dei trentenni che vivono questo difficile momento storico, ma senza rinunciare a fare ciò che più amo: scrivere canzoni che parlino al cuore. E forse il problema non è la fame – o la fama, per utilizzare uno scontatissimo gioco di parole e per riagganciarmi a quanto detto poco sopra – ma il modo in cui ci sentiamo: sì, perché avere talento non basta – bisogna sentirselo addosso – e ostentare sicurezza e spavalderia tipiche dei leader.
Io non è che mi senta così bravo. Sono severo con me stesso, non mi sento mai abbastanza preparato e, ragionandoci, spesse volte mi comporto da vero stronzo, con me stesso. Sarà mica che sono io il mio nemico? Quanta fastidiosa auto-referenzialità!

Ci scrivo subito su una canzone.

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Potete trovare Nella Stanza qui:

iTunes https://itunes.apple.com/it/album/nella-stanza/1386081454

Amazon https://www.amazon.it/Nella-stanza-Andrea-Devis/dp/B07D46Z39T/ref=sr_1_1?s=dmusic&ie=UTF8&qid=1529079278&sr=1-1-mp3-albums-bar-strip-0&keywords=andrea+devis

Google Play https://play.google.com/store/music/album/Andrea_Devis_Nella_stanza?id=Bh23cdbuv5xnwk6bxt7ld3xtj2q

Spotify https://open.spotify.com/album/1N6UvBCIPxBV4vucKZ5ltl

E seguitemi anche su Instagram, che mi piace un sacco: https://www.instagram.com/andreadevismusic/

Canzoni nude

Continua la promozione per il mio sudatissimo debutto discografico, e questa volta – a poca distanza dall’uscita del secondo singolo Zucchero Di Canna Nel Caffè (Soli A Metà) – mi sono prodigato insieme ad Edoardo Morelli nella rivisitazione di quattro brani tratti dall’album. Infatti, sono già disponibili sul mio canale YouTube due video, ai quali ne seguiranno altri, ogni venerdì (anticipati da una piccola clip su Instagram).

Le canzoni che funzionano, devono il loro successo a svariate componenti, non sempre legate ai contenuti o alla scrittura del pezzo. Quando un artista indipendente produce un album, lo fa cercando di racchiudere in un numero variabile di tracce la sua storia. Nella Stanza è proprio questo: un contenitore di brani scritti semplicemente per necessità, senza pensare a un genere o a un fine, e soprattutto senza la pretesa di piacere a tutti i costi.

Il mio primo singolo – Dopo Di Te – è una power ballad che deve molta della sua personalità all’arrangiamento sfacciatamente anni ‘80, e all’uso della cassa quasi dance che crea un’eccitazione costante fin dalle prime battute. Per gioco, un giorno abbiamo provato a riproporla in una versione minimale – chitarra e voce – accorgendoci che il pezzo funzionava comunque, e pure bene. E se è vero che le canzoni hanno una loro anima, non è mai stata più a nudo.

Potete ascoltare Nella Stanza in streaming su Spotify o scaricarlo su iTunes e tutti gli stores digitali.