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Tag: psicologia

Ci piacciono le persone in auto perché ne vediamo solo un pezzo

Quante volte, sfrecciando sull’autostrada e volgendo lo sguardo alla nostra sinistra (o anche destra) ci è capitato di vedere alla guida di un’altra auto qualcuno di affascinante, intrigante e tremendamente sexy? Tante, tantissime volte. L’altro giorno, mentre percorrevo la A8, mi sono domandato se l’amore non funzioni proprio come con gli sguardi repentini oltre il finestrino.

Quando ci si innamora a vent’anni, non ci sono i mezzi per leggere veramente qualcuno fino in fondo; così si finisce per considerare il centro del nostro amore come il centro di ogni cosa, e quella persona diventa improvvisamente un’ambizione, un idolo invincibile e senza debolezze. È comprensibile e quasi accettabile che ciò accada. Quando cresci capisci che le persone -non ha importanza quale ruolo queste ricoprano nella tua vita, dai genitori, agli insegnanti fino ai partner- non sono invincibili e sono esattamente come te; sono persone. Questa preziosa chiave di volta apparentemente accessibile a chiunque, può farti capire che idolatrare qualcuno è inutile quanto controproducente. Solo imparando a considerare i limiti di qualcuno si può amare davvero, e forse, in maniera veramente “utile”, ammesso che questo termine in questo ambito sia concesso.

La paura per gli sconosciuti limiti dell’altra persona, è una di quelle cose che fanno diffidare dell’amore. C’è gente che sostiene di vivere benissimo senza la necessità di amare e sentirsi amata, imbrogliandoci tutti ma finendo poi in sentimentalismi improvvisi alimentando il leitmotiv “certe cose accadono quando meno te le aspetti”.

Io ne ho già scritto, e continuo ad essere stanco di aspettare che accadano le cose che accadono quando meno te le aspetti.

Al cuor non si domanda, però ogni tanto un paio di cose vorrei proprio chiedergliele. Non lo si conosce mai abbastanza, il cuore; io del mio ad esempio so che si contrae circa 72 volte in un minuto e che ha un blocco di branca sinistra: non so se funzioni come per gli emisferi del cervello -dove quello destro rappresenta indicativamente il “femminile” e quello sinistro il “maschile”- ma se così fosse, dovrei fare i conti con una parte organizzativa, maschile, pratica e razionale, totalmente inesistente, fottuta dal blocco permanente della branca.

Non ci avevo mai pensato.

La vagina interiore

Tutti disponiamo di una vagina interiore: un tunnel di pensieri, sensazioni e percezioni. Alcuni di noi hanno un buon rapporto con la propria vagina interiore: la ascoltano, la curano e la tengono pulita prevenendo eventuali fastidi e pruriti; per altri la vagina interiore non è altro che una voragine vergine. È un reticolo di emozioni, un viatico verso innumerevoli realtà. È colei che ci guida verso la scelta giusta e che ci permette -con un rispetto quasi materno verso noi stessi- di compiere la scelta giusta e di resistere quando la vita ci mette alla prova. La vagina interiore impedisce alle cose che non abbiamo di rovinare il godimento dato da quelle che abbiamo.

Vivere un rapporto sereno con questa inesplorata parte della nostra psiche non è sempre facile. È il desiderio di fare ordine che spesso ci mette di fronte a questa fregna inaspettata. Si ristabilisce il contatto con la poetica della pace e della seraficità. È ovvio che non sempre si può essere equilibrati, ma la vagina interiore ci guida mescolando cuore e cervello, praticità e romanticismo, comprensione e intransigenza.

Chiaramente la verginità non è un valore, in questo caso men che meno. Preservare la vagina interiore dagli stimoli esterni è un po’ come decidere di non usare il cervello per paura che si logori.

Indispensabile è la capacità di utilizzare l’orifizio giusto al momento giusto, ovviamente. Utilizzare la vagina interiore per urinare, ad esempio, non farebbe altro che affogare i poveri neuroni in un mare di piscio; utilizzarla impropriamente per sedurre, potrebbe invece renderci tutt’altro che papabili, e finiremmo per trovarci di fronte a qualcuno non in grado di interpretare correttamente le nostre intenzioni. Sbagliare lato e ragionare con il culo al posto della vagina interiore è uno degli errori più comuni, come anche confondere le labbra delle nostre petulanti bocche con quelle più nobili dell’organo nascosto, che però, parlano solo se interpellate.

Disporre di una bellissima vagina interiore ci rende più belli anche fuori, quindi non sorprendiamoci se poi tutti vorranno toccarcela e intrattenersi con lei per ore. Le vagine più evolute si dissociano dal resto del corpo, mettendo in ombra tutto ciò che non le riguarda; è quindi bene fare attenzione al loro desiderio di essere prime donne, perché è un attimo lasciarsi sfuggire la situazione di mano.

La vagina interiore regala fortissimi orgasmi psicologici a chiunque la possieda (sia in termini fisici che carnali) ma non è sempre facile farle raggiungere l’apice dell’appagamento. Lei, comunque, è profondamente gentile e ti risponderà sempre dicendoti che come te non c’è nessuno.

 

PPT – Puttane Part Time

Essere Puttane, non significa semplicemente dare via il proprio corpo come pane a piccioni (malati), ma rappresenta piuttosto un preciso e irreprensibile stato mentale. E’ uno stile di vita, una filosofia vincente perpetrata da millenni.

Non c’è un vero e proprio manuale per diventare delle grandi Puttane; è esattamente come per gli sport: c’è gente naturalmente portata e altra che necessita di un po’ più di pratica. La soluzione sta proprio nell’essere “sportivi”; sempre e comunque.

Le Puttane Part Time (per brevità PPT) sono icone pop di un’epoca nella quale ogni pseudo soubrette è diventata facilmente raggiungibile con dovute mance e dovute proporzioni di sorta. Le PPT non mercificano i propri corpi, quanto più l’idea degli stessi. Le PPT sono come i cattolici: ce ne sono tanti e non tutti praticano, ma quelli che lo fanno sono estremamente accaniti. Le PPT non sono mai banali; amano il bello, la cultura, hanno capacità cognitive sopra la media e sanno stare al mondo con eleganza. Le PPT accettano come moneta di scambio la possibilità di far parte dell’alta società, riconoscendosi in un modello dai valori individuali e personali ma sempre condivisibili.

Le PPT sanno leggere le smorfie di chi hanno di fronte e capiscono da un dettaglio -trascurabile per il resto dei comuni mortali- quando è il momento di agire e quando di eclissarsi. Le PPT sono psicoterapeute (anche di coppia e all’occorrenza di gruppo), sono salutiste, costumiste, neo-filosofe e neo-laureate (sempre). Le PPT non fanno però beneficenza, sconti, svendite o promozioni da outlet. Le PPT hanno sempre il sorriso che pare lucidato con il Cif. Le PPT sono donne, uomini, fidanzate, fidanzati, mariti, mogli, amici insospettabili, datori di lavori e animali da compagnia.

Le PPT non sempre rendono merce il corpo, ma la cosa più importante è che per loro questo non rappresenta il posticcio spartiacque tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato; cosa che per molti invece rappresenta eccome. Per diventare una grande PPT bisogna essere in grado di dilatare oltre l’immaginabile le proprie vedute; talvolta anche quelle degli altri. Le PPT non sempre hanno un’opinione, ma conoscono tutti i punti di vista.

Le Puttane Part Time sono un po’ come me.

Sono un po’ come tanti di noi.