L’uva passa, il resto resta
Si tratta veramente di un attimo. Si passa dall’attesa snervante per quella telefonata che non arriva mai all’eliminazione spietata di tutti quelli che non ci degnano dell’attenzione che meritiamo.
Quando sappiamo che è il momento di pensare solo a noi stessi, perché ci ostiniamo comunque a cercare altri? Riceviamo inequivocabili segnali da un destino che nemmeno credevamo potesse esistere, eppure continuiamo a fare di testa nostra, sprecando tempo prezioso nel più inutile dei modi. L’uomo forse non sarà un essere solitario, ma senza dubbio la capacità di stare bene con se stesso è un’ottima base per ogni sana, futura, relazione di coppia. O forse anche no, considerando che spesso la solitudine crea solo una patologica dipendenza.
Quando finisce un amore, o quando inizia, non sempre ce ne accorgiamo. Di solito accade dopo un po’, non appena abbiamo il tempo per fermarci a realizzare e a razionalizzare. Ti rendi conto che la cosa era già in essere da tempo, ma per qualche strano motivo per rendercene conto dovevamo attraversare una specie di periodo refrattario. Poi un bel giorno, mentre stendi i panni o mentre guardi l’orizzonte, sgrani all’improvviso gli occhi tipo Carfagna ed esclami senza inibizioni: “ma io sono solo!” quando sono magari già sei mesi che non incontri un altro corpo oltre al tuo.
Ci sono priorità nella vita che non possiamo accantonare, perché c’è un momento per tutto; ma il tutto, non lo si può mai fare in un solo momento.