andreadevis

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Tag: pensare al presente

Amare qualcuno significa saper dire “non ti amo più”

Quando una storia finisce, le altre persone parlano; in buona fede -quasi sempre- dando consigli ed esponendo punti di vista. Mentre ascolti con educazione le parole, nascondi l’insofferenza, perché sai che quando due persone si separano, solo quelle due persone conoscono veramente la meccanica delle cose. È normale che gli amici provino a starti vicino, attingendo dal loro bagaglio di esperienze personali i dogmi che più ritengono appropriati alla situazione. Non è raro sentirsi criticare perché non si è stati capaci di troncare definitivamente i rapporti; tutti si ostinano a rispolverare vecchie frasi fatte sostenendo che non si è ancora pronti per andare avanti perché troppo legati al passato. Troppi confronti, troppi pensieri convergenti e poca capacità di immedesimazione.

Siamo veramente legati a passato? Sì, fortunatamente. Se un rapporto finisce è per via dell’amore. Quando un amore si trasforma in qualcosa d’altro, vale comunque la pena di essere vissuto. È sbagliato credere che non ci si possa più innamorare se si sta vivendo la maturazione di un precedente rapporto. L’amore non è proporzionato allo spazio; è un concetto più universale, nel senso che -come l’universo- l’area nella quale può estendersi è pressoché infinita. Dobbiamo smetterla di chiudere rapporti e dimenticare persone: dimostreremmo poca intelligenza se recidessimo ogni legame con qualcuno che abbiamo amato. Basta guardarsi allo specchio per ritrovare un legame che ci ha cambiati. Un amore, anche quando si è trasformato, va curato, alimentato e protetto. Un nuovo amore non ha a che vedere direttamente con il passato, ma solo con il nostro impegno e con la nostra voglia di metterci in gioco e di saper guardare oltre l’orizzonte delle riflessioni.

Chi cerca, troia

Siamo sicuri che tutto questo cercare l’anima gemella non sia solo una scusa?

Viviamo nel terrore che il tempo ci scivoli tra le dita, che i migliori anni della nostra vita sfuggano irrimediabilmente dal nostro consapevole controllo e temiamo che il domani arrivi prima del tempo cogliendoci impreparati. Probabilmente la chiave sarebbe godersi l’autonomia che profuma di libertà e di conquista di noi stessi, eppure siamo sempre lì a pensare a come sarebbe dividere tutto quello che abbiamo con qualcuno. Pensando, ci lasciamo trascinare nel perverso meccanismo grazie al quale quello che abbiamo non è mai abbastanza. Non sappiamo vedere i privilegi dei quali dovremmo vantarci ogni giorno. Ci soffermiamo sulla difficoltà di costruirci un futuro perdendoci il presente. Siamo proprio bastardi: ma dare la colpa a qualcuno che non c’è, non è l’atteggiamento più corretto.

Siamo i più grandi avversari della nostra serenità.