Love Is All
Ho scoperto questa canzone rientrando a casa mercoledì sera.
La stavano passando su un’emittente semi sconosciuta che la radio ha magicamente intercettato in un non meglio definito punto a cavallo tra la tangenziale ovest e la tangenziale nord di Milano. Ossessivo, un mantra. Il brano è in loop nelle mie orecchie e nella testa da giorni, complice quel love is all ripetuto all’infinito che mi ricorda quanto sia importante perseguire sempre i valori in cui crediamo. Sì, perché a costo di essere tacciato di melensaggine, io ci credo sul serio, a tutta la faccenda dell’amore. Credo in quegli incontri dove dopo tre secondi è già scattata la scintilla, e ho imparato a credere in quegli incontri dove intravedi soltanto una miccia. Appiccherei un incendio nel cuore, e solo l’universo sa quanto lo desideri e quanto ci provi.
Febbraio ha messo a dura prova il mio fisico. Ho avuto troppi momenti per pensare, per rimuginare sulle scelte degli altri, per provare a darmi risposte senza avere chiare le domande. L’altra sera, a cena con un paio di amici, ho sbattuto la testa contro il cinismo di chi si è lasciato indurire dalla vita e ha iniziato a vedere l’amore come un ostacolo alla felicità, ma senza essere capace di dire basta. È così difficile lasciarsi rendere felici. Le persone si accontentano, non ambiscono, dosano la passione con il contagocce. E tu lì, desideroso di bagnarti la bocca fino ad annegare, mentre altri, disidratati, accanitamente, desistono alla vita.
Love is all, davvero. Continuo a cantarlo, quell’inciso. Me la prendo con le proiezioni, le illusioni, e tutte le altre cose che brillano ma si dissolvono sempre troppo presto, prima ancora che tutto possa assumere una forma. Pretendendo poco, perché in fin dei conti sono le cose normali a renderci sereni.
Qualche anno fa non ero così imperturbabile. Chi mi incontra oggi vede un prodotto, e in pochi sanno andare oltre. Tutti parlano, si confidano, si sorprendono della mia serafica allure. All’apparenza senza troppe fragilità, razionale, sorridente, consapevole. Vorrei incontrare qualcuno che, senza dire niente, riuscisse a smascherarmi, confortandomi con una carezza e facendomi sentire al sicuro da tutto ciò che la notte mi tiene sveglio. Come il fantasma dell’amore, con le sue proiezioni, le illusioni e tutte le altre cose che brillano ma si dissolvono, lasciandoti amareggiato, incompreso.
Ho paura dell’ennesimo abbandono preventivo, della presunzione di chi pensa di averti già capito e cestinato; sono arrabbiato, comprensibilmente inquieto.
Perché dopo tutto, love is all.