andreadevis

singer / songwriter / vocalcoach

Tag: non sbagliare

Tornare indietro per commettere un errore a volte è l’unico modo per andare avanti

È stato calunniato. C’era da aspettarselo. In una società dove si viene cresciuti tra costanti raccomandazioni e ridondanti istruzioni su cosa fare e cosa non fare, l’errore è diventato il nemico da combattere, la scivolata da non commettere. Sempre in buona fede, ovviamente. Ci si affida a chi -in teoria- dovrebbe saperne più di noi, accogliendo esortazioni e ammonimenti con fiducia, facendone tesoro per le nostre esperienze. In verità però le situazioni che viviamo non concedono il lusso di poter fare totale affidamento su massime maturate da qualcun altro. Il buon senso ci guida verso la soluzione migliore, o verso quella che noi crediamo essere la migliore, mentre facciamo uno slalom psicologico tra pareri, paure e azzardi forse troppo romantici.

L’errore non è un nemico, e sovente è l’unica alternativa all’apatia e alla staticità dello spirito. Le persone alla lunga si rivelano per quello che sono: sia che si tratti di grandi amici o di rinsecchite teste di minchia. Certo, si rimane delusi, ci si sente anche usati e strumentalizzati, feriti; ma senza dubbio scegliere di vedere è sempre la soluzione migliore. Le fantasie vanno bene, ma a volte è necessario che le cose accadano davvero. Io sono per la riclassificazione degli errori, perché se non ne commettessimo mai, sarebbe veramente difficile andare avanti e diventare -anche se non sempre ce ne accorgiamo- persone migliori.

Tra parentesi

Credo mi piacciano le parentesi. Sono un gran bel segno grafico, e non dico “un” a caso, perché quei due archetti se ne viaggiano da sempre solamente in coppia. Certo, essere la parentesi di qualcuno è una cosa un po’ diversa (molto diversa, e non necessariamente così entusiasmante) ma è tutto un altro discorso. Le parentesi raccontano segreti, chiariscono concetti farraginosi e nascondono preziose informazioni attraverso le quali possiamo arrivare a guardare il mondo con occhi diversi.

Una mezza parentesi non è altro che una linea storta, ma se riesce a trovare la sua controparte, assume un’importanza tutta nuova. Le parentesi sono sempre formate da due elementi {e non lo dico tanto per dire [quando uso “sempre” mi riferisco a tutti i casi: matematici o grammaticali che siano (ovviamente pure sentimentali) non fa differenza] tant’è che una parentesi sola si è vista unicamente in tempi recenti per dar vita a qualche discutibile “smile”}.

Se non hai il coraggio di vivere qualcosa a pieno, e temi di venir spazzato via dalla cerebralità degli eventi (o semplicemente dalla tua) puoi ricorrere alle parentesi: usarle correttamente non è però sempre facile {devi conoscere bene la grammatica [delle cose (e dei casi)per aprirle e chiuderle nei punti giusti} infatti molte persone combinano dei veri e propri disastri, finendo per non capire più che cosa stia al di fuori e che cosa invece debba restare dentro.

A mio avviso la cosa più importante è l’identità (non quella delle parentesi, ma la nostra!) e se fossimo capaci di guardarci andando oltre i limiti e superando la paura del confine {eventualmente anche del confine della parentesi stessa [o delle parentesi stesse (a seconda della complessità della questione)nella quale ci siamo confinati} potremmo finalmente comprendere che il posto in cui “dobbiamo” stare è semplicemente quello nel quale non abbiamo la necessità di aprire parentesi di nessun tipo; o dove al massimo siamo uno dei due indispensabili segni grafici che contengono un pensiero, proteggono un progetto, abbracciano un ideale comune e raccolgono un universo infinito.