andreadevis

singer / songwriter / vocalcoach

Tag: invidia

Ci preoccupiamo di apparire bene agli occhi degli altri, quando gli altri nemmeno ci guardano (perché troppo impegnati a guardare sé stessi)

Non si è mai contenti, ma c’è una piccola percentuale della popolazione che non riesce a essere contenta perché non riesce a trovare la propria dimensione, a riconoscersi in un gruppo, o in un modello. Io mi sento far parte di questa piccola percentuale di disadattati, e guardandomi attorno, spesso vedo le persone della mia età (25/30, anche se ormai io propendo decisamente più verso i 30) serenamente molto omogenee. Sono riconoscibili per come si vestono, per come si atteggiano, per quello che fanno e per come si muovono nel mondo; sono abituati a riassumere il contenuto nel contenitore, mostrandosi fuori esattamente per come sono dentro. O forse, per come loro credono, di essere dentro.

Mi tiro un po’ fuori da questa descrizione -non per snobismo- ma per l’innata incapacità di omologazione al filone. Giuro che vorrei, e tante volte -fin dalle scuole elementari- ho provato a far parte di un insieme, ma non ci sono mai riuscito: forse per colpa mia e del mio atteggiamento, o forse, per colpa degli altri e del loro di atteggiamento.

Siamo spaventati da chi non ci somiglia, anche se apparentemente siamo tutti molto simili. Io ho invidiato molto i bambinetti che a scuola avevano popolarità e venivano ammirati e anacronisticamente pure quasi idolatrati -come degli esempi da seguire- ma quando mi capita di rivedere qualcuno di loro in giro… mi rendo conto che quella stessa capacità di omologazione a un gruppo, li ha portati a omologarsi alla società in cui viviamo, e non userò certo mie parole quando definirò la società in cui viviamo come una società di merda basata su valori sconnessi e visioni utilitaristiche del mondo e soprattutto “dell’altro”.

A volte, le persone che si ritrovano numerose a condividere qualcosa in un folto gruppo, non sono così socialmente meravigliose come noi le vediamo da fuori, ma hanno in comune soltanto l’attitudine al non avere mai un cazzo da dire. E si sa, in compagnia, è meglio.

L’herpes del vicino è sempre più verde

La questione è sempre quella lì. Ci soffermiamo a guardare gli altri solo quando la meta prevede invidia e autolesionismo. “Lui è più bello di me” – “Lei è più giovane di te” – “La signora del terzo piano ha una casa più grande” – “La ragazza della porta accanto ha una porta blindata” e così via.

In realtà siamo attorniati da vagonate di sfigati che non riconosciamo come tali solo perché siamo impegnati a distruggere noi stessi. Per non parlare di quando ci si addossa i problemi degli altri solo per non pensare ai propri. Guardiamo la gente dallo specchietto retrovisore e mentre siamo fermi al semaforo ci rendiamo conto che il signore dietro è impegnato in un’animata conversazione, filtrata da un auricolare nascosto probabilmente dietro all’orecchio. Il più delle volte si tratta di un semplice lavoratore frustrato che parla da solo mentre aspetta che scatti il verde, stordito da un nauseabondo arbre magique al profumo di cinghiale stufato e con una collezione di peluches in bella mostra sul piano del baule. Osserviamo con accanimento le sedicenni in giro per la città, pensando alla spensieratezza di quegli anni ormai passati e facendo considerazioni su quanto le nuove generazioni siano infinitamente più attraenti; in realtà quella è tutta gente che crescerà in una società senza futuro e che sconterà ben presto i problemi dati dall’indolenza di chi preferisce stirarsi un muscolo piuttosto che stirarsi una camicia (e che -tra l’altro- non sa nemmeno usare correttamente l’avverbio “piuttosto che”). Ci sembrano tutti carini e attraenti, fino a che non ci rendiamo conto che molte persone indossano biancheria “intimissimi” con stampe “divertenti” capace di afflosciare qualsiasi cosa e di uccidere ogni tipo di erotismo – indecentemente – irriverentemente – irreversibilmente.

Siamo vittime della televisione, dove in qualsiasi reparto di un qualsiasi ospedale c’è una dottoressa bona pronta a dispensare consigli e grandi sorrisi; sappiamo che Michael Myers può prendersela comoda, quando sa di poter contare sulla coglionaggine delle sue vittime – che di fronte a un bivio prenderanno sempre la via di fuga più tortuosa. Viviamo nel mito di “beautiful” dove Ridge e compagnia deambulano da anni senza andare mai a cagare. Guardiamo la gente pensando alla loro seconda vita, perché ormai -la prima- chi la trova più. La pubblicità sponsorizza merendine sovradimensionate e ben diverse da quelle presenti nella confezione. Lo spot prima del telegiornale prova a convincerci che si possono ottenere belle cose, con le tinte del supermercato.

Ci viene fame, ma alla fine, è solo voglia di qualcosa di buono.

I Peni Superflui

Ammettiamolo ancora una volta: le donne sono più capaci e risolute. Se ne sbattono della sofferenza e a intervalli regolari estirpano e sradicano le erbacce dai loro giardini.

Noi no. Siccome siamo uomini che si relazionano con altri uomini (amici, parenti o fidanzati che siano, a seconda dei gusti e delle occasioni) finiamo per vivere in giardini con siepi che neanche la reggia di Versailles ai tempi di Lady Oscar.

Sono i Peni Superflui; inutili uomini comuni che popolano i nostri giorni.

Raccattati qua e là per restare poi a impolverarsi nella nostra memoria come bomboniere di matrimoni dimenticati, i Peni Superflui sono amici che deludono, è gente da rivalutare, sono come abiti stretti da devolvere in beneficenza alla pesca del paese (sincerandosi che non si compaia però nei ringraziamenti di rito).

I Peni Superflui sono anche superficiali, quindi la loro rimozione non causa quasi mai grandi traumi. Spesso questi non si accorgono nemmeno di essere stati rimossi, ricomparendo poi come se nulla fosse. I più subdoli sono i Peni Incarniti (o addirittura Incancreniti se li si ignora troppo a lungo) che in maniera subdola stazionano nelle nostre vite senza dare nell’occhio. Poi ci sono i Peni contropeno: spuntano al contrario come sorta di paladini di un’innovazione non richiesta.

Io di mio non ho mai avuto molti Peni, ma sono comunque riuscito a trovarne più di un paio, tranquillamente e superficialmente rimovibili a sangue freddo e cera calda.

E voi?