Quando l’abitudine è più forte del desiderio
Quando l’abitudine è più forte del desiderio, si preferisce la certezza del dolore all’incertezza del cambiamento.
Quando l’abitudine è più forte del desiderio, ci si racconta che in fondo va bene così.
Quando l’abitudine è più forte del desiderio, ci si mette il burqua nella speranza che il destino non ci riconosca.
Quando l’abitudine è più forte del desiderio, si spera di vincere il premio come “miglior attore non protagonista”.
Quando l’abitudine è più forte del desiderio, si confonde la paura con la responsabilità.
Quando l’abitudine è più forte del desiderio, si piscia fuori dal vaso (dei fiori).
Quando l’abitudine è più forte del desiderio, i ragionevoli dubbi sono antipatici come granelli di sabbia (nel letto).
Quando l’abitudine è più forte del desiderio, “crescere” è un perverso desiderio inconfessabile.
Quando l’abitudine è più forte del desiderio, si resta sul filo del rasoio, si resta appesi a un filo, si trova il fil rouge e si ha la consapevolezza che un filo non basta per un’impiccagione.
Quando l’abitudine è più forte del desiderio, si impara a considerare la morte come una semplice quanto valida alternativa alla noia.