andreadevis

singer / songwriter / vocalcoach

Tag: consigli

Il segreto della felicità è fare cose che ci rendano felici

Credo di aver individuato il problema. Non è tanto il punto di partenza, e nemmeno la destinazione. Si tratta di qualcosa di più insinuante, che – se per certi versi può vantare una quasi romantica sfumatura – ci condiziona l’esistenza, ipotecando la tranquillità di un viaggio continuo che potremmo per comodità chiamare vita.

L’attesa, che gran puttana. Resti lì, cercando di pensare a tutt’altro, eppure lei si manifesta nel peggiore dei modi. Ansia, ipotesi assurde, voli pindarici, cose del genere. Sarebbe tutto più facile se i capitoli della vita ci cogliessero continuamente di sorpresa. Nessuno sarebbe facilitato, nessuno avrebbe il tempo di preparare la risposta giusta o di calcolare la mossa perfetta. Un susseguirsi di sincere – e magari sconsiderate – reazioni, dettate unicamente dalla propria stabilità emotiva (o dalla totale mancanza di essa).

Mentre la mia delicata psicopatia mi rende appetibile agli occhi di alcuni, allontana altri (che sono poi sempre gli stessi). È una bella gara: prima l’attrazione per chi scrive sopra (e tra) le righe, poi la paura di leggere (continuando a fare a botte con un’attrazione che mai come in questo caso sarebbe più corretto definire “fatale”).

Il segreto della felicità è fare cose che ci rendano felici.

Primi appuntamenti (ovvero quando è troppo presto per avanzare richieste ma troppo tardi per parlare di amicizia)

Va bene, quando ci sei dentro fino al collo non è divertente. Ma quando ne sei fuori, e osservi gli altri provare a destreggiarsi goffamente nell’indecifrabile limbo dei primi appuntamenti, non puoi fare a meno di farti qualche domanda. Cosa possiamo pretendere quando è ancora troppo presto per avanzare richieste ma anche decisamente troppo tardi per parlare di “amicizia”?

Si entra in una sorta di non luogo che favorisce il proliferare perverso dei pensieri più assurdi. Se trovarsi agli albori di una relazione è sotto un certo punto di vista bellissimo e fonte di nuova energia, il rovescio della medaglia prevede la frustrazione tipica di chi cerca un significato nascosto a tutte le cose, soprattutto a quelle più inutili e invisibili agli occhi di chiunque altro. Ci si sente come drogati: da un’immagine, da domande premature, dalla voglia di sentirsi corrisposti (e di corrispondere) a tutti i costi.

Le chiamate senza risposta sono lo stargate per mondi paralleli fatti di fantasie più che assurde. Le smorfie involontarie diventano segni inconfutabili di qualcosa che non va, e la voce stanca e giù di tono è la prova che giustifica le preoccupazioni. In un momento storico dove la parola “notifica” è più utilizzata che mai, a scandire i minuti è l’angoscia del dover controllare a tutti i costi i social, la posta, il telefono e il resto. Da quando whatsapp ti permette di vedere l’ultimo accesso all’applicazione, nemmeno si contano più i casi di esaurimento nervoso sentimentale.

Ci si rincoglionisce anche molto pesantemente, finendo a volte per confondere i destinatari dei messaggi e creando veri e proprio scompensi psicologici (generalmente unilaterali). La paranoia può arrivare alle stelle, tipo fino a dover valutare i tempi di ricrescita dei peli per poter capire se accettare o meno un appuntamento. È la voglia di sentirsi perfetti.

Generalmente gli amici più stretti diventano lo snodo fondamentale tra la necessità di un consiglio (che non si seguirà), il desiderio di avere un parere sincero (che poi si manipolerà a proprio piacimento) e il bisogno incontenibile dello sfogo. Bisognerebbe vivere gli eventi con serenità, senza fare progetti a lungo termine e senza cercare con diffidenza i problemi (non è detto ci siano sempre!). Quando una relazione è all’inizio, ci si accanisce per far funzionare indistintamente tutte le cose e per cercare stabilità e chiarezza; l’innamoramento non è poi un capitolo così facile da gestire.

Pensavo alle coppie datate, che si lasciano perché la stabilità le ha logorate. Forse il vero equilibrio è quello di chi impara a proteggere la coppia lasciando sempre un retrogusto da primo appuntamento, dove magari ci si piace, ma c’è ancora sicuramente molto da scrivere.

Piccolo breviario semiserio per togliersi dalla testa le persone sbagliate

“Ciao! Il mio nuovo modo per dimenticarti oggi sta funzionando alla grande! Poi domani non so, ti faccio sapere.”

Dopo aver spaccato il capello in quattro sulla questione “persone sbagliate”, ho pensato potesse essere utile provare a capire come sbarazzarsi del loro ricordo. L’estate è un periodo pessimo, perché ci si ritrova soli, in un silenzio cittadino quasi surreale, e a farci compagnia rimangono unicamente i fantasmi delle persone sbagliate, che ricordiamo di dimenticare ogni giorno; a volte riuscendoci sul serio e altre semplicemente accontentandoci di un ripostiglio per loro dietro ai pensieri. Le storie in sospeso sono parentesi a mezz’aria che condizionano le nostre giornate, anche quando sono ormai passati mesi dalla loro chiusura. Non è raro che l’interesse per qualcuno che non abbiamo veramente conosciuto (quindi facilmente idealizzabile) si trasformi in una vera e propria ossessione. Un’ossessione malsana (ammesso che esista anche un’accezione positiva) e che non lascia spazio a nessun altro, e nemmeno alla voglia di rimettersi in gioco. Come fare dunque per sgombrare la mente da queste ombre fastidiose come la sabbia nel letto?

Non voglio girarci intorno o fingere di avere la soluzione in tasca: dimenticare qualcuno che ci piace (sì, perché se ancora ci pensiamo evidentemente proprio schifo non ci fa) non è un’impresa da poco.

  1. Associazioni. Non di aiuto per disadattati (anche se…) ma piuttosto associazioni mentali, in modo da condizionare il cervello ad associare al suo volto un’immagine sgradevole (meglio se tremenda, fastidiosa e raccapricciante). Degli esempi? Serpenti nel water, grossi ragni che dal soffitto ti cadono in faccia di notte, pisello incastrato nella lampo (per chi ce l’ha), dita mozzate dall’affettatrice e così via; ci si può sbizzarrire.
  2. Dolore fisico. Su un sito che ho trovato in rete consigliano un elastico al polso. Ogni volta che la mente si va a focalizzare sulla persona sbagliata in questione, basterà darsi una bella schicchera con il nuovo improvvisato braccialetto punitivo. Pare funzioni.
  3. Condividi. Con gli amici, i conoscenti, con gli altri. Condividi quello che hai passato, parlane ed esorcizza il suo personaggio. Scrivine, altrimenti (io sono bravissimo).
  4. Relativizza. Se ci pensi bene, non sapevi come fosse davvero. Convinciti che abbia l’abitudine di non tagliarsi le unghie dei piedi fino a che non sente fastidioso e problematico infilarsi le scarpe. Persuaditi del fatto che sia una persona ignorante e con aspirazioni pari a quelle di un chihuahua da borsetta.
  5. Capitolo a parte per le persone fidanzate (capito brevissimo, a dire il vero). Le persone fidanzate sono semplicemente inutili: se tradisce il suo compagno con te, perché non dovrebbe fare lo stesso anche con te? Fine.
  6. Elimina. Foto, Souvenir, CD, cazzate… via tutto. Una bella scatola e ciao. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore (e da tutto il resto, si presume).
  7. Non aspettare. Tanto non torna. Quindi non camminare per la strada sperando in un incontro fortuito, ma anzi, cambia le tue abitudini e rinnova la routine.
  8. Non scrivere. Anche un solo messaggio innocuo può mandare a puttane il già precario tentativo di rimozione mentale. Tanto se ti risponde, si ricomincia da capo un giochetto che non porta da nessuna parte, e se non ti risponde… ti troverai ad affrontare una frustrazione semplicemente raddoppiata.
  9. Pensa a chi vorresti avere a fianco e dipingi il suo profilo. Esagera, le utopie sono concesse. Poi esci di casa e prova a vedere se in giro c’è qualcuno così. Al massimo, avrai fatto quattro passi all’aria aperta (ci sono pure i saldi).
  10. Viaggia. Non importa se verso una meta lontana o vicina, meglio se soli. Cerca di cambiare luoghi, di metterti alla prova e di provare cose -e persone- nuove.

E adesso proviamoci. Buona fortuna.