andreadevis

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Tag: avventura

Ed è già giorno

I cuscini sono ancora caldi e le nostre parole stanno tutt’ora riverberandosi negli angoli della stanza. La notte profonda e il mattino si confondono, in un connubio prima di luci e ombre, poi di rumori e vuoti inattesi. Un confine che quasi si fatica a cogliere: ed è già giorno.

Riesci a vivere tutto questo senza indugiare sul bordo dei pensieri e senza pensare alla luce che domani svelerà qualche cosa di me – per te – ancora inedita? Io sì, ho imparato. È costato tutto tanta fatica. Forse tu sei migliore – più scaltro – e poi non hai paura.

Ho aspettato un po’, crogiolandomi sul braciere degli interrogativi che mi fa sentire tanto umano e terreno. Poi ho preso coscienza del fatto che quando qualcuno non ci vuole al proprio fianco è perché magari ha paura. Concentrandosi troppo sulle proprie paure, ci si dimentica di quelle degli altri. Per questo bisogna soffermarsi solo sul presente, sullo stare bene adesso.

È tiepido, questo vento notturno. Quasi mi fa venire voglia di camminare: la città non è muta, ma è quieta.

Ci si innamora delle persone sbagliate se ci si sente sbagliati (il momento giusto è adesso)

Un gran mal di testa, questa mattina. Non so per quale motivo abbia bevuto così tanto ieri sera. Ripensandoci forse invece lo so. È lo strascico dello scorso fine settimana: la paura delle mancanze, delle delusioni e sopra ogni altra cosa l’esigenza di trasformare una splendida avventura in qualcosa di meno effimero. Non avevo voglia di pensarci.

Gli operai hanno lavorato alla strada anche oggi, per qualche ora. Quando mi sono alzato ho spostato le tende per dare un’occhiata, ma è stato il cielo a catturare la mia attenzione. Milano in questi giorni è totalmente grigia. Un tempo forse avrei accordato il mio umore all’atmosfera; ora non più, non adesso.

Solo qualche mese fa una giornata come questa mi avrebbe piegato dal dolore. Quello invisibile, s’intende. Rileggo i miei vecchi scritti, ascolto Phil Collins, mi godo questa serenità: imposta e poi spontanea. Ho smesso di provare a interpretare i pensieri che spesso gli altri nemmeno hanno. Ho iniziato a concentrarmi su di me, perché sono io il mezzo più veloce per raggiungere la serenità (mia e altrui).

Mi innamoravo delle persone sbagliate non tanto perché quelle giuste fossero già impegnate con le altre persone sbagliate, ma perché io per primo mi sentivo sbagliato. Con questa ritrovata consapevolezza mi districo dal groviglio dei pensieri. Ho smesso di torturarmi quando ho capito che il modo migliore per vivere i rapporti è concentrarsi sul momento che si sta vivendo, provando a rendere migliore la vita di chi abbiamo a fianco: dieci anni, due mesi, una notte… se sei bravo può bastare anche il solo frangente di un sorriso, o di uno sguardo.

Cerchiamo qualcuno che ci liberi, non lo troviamo, ci lamentiamo degli insuccessi e dei fallimenti, alimentiamo la rabbia, coltiviamo l’insofferenza e la depressione. Ma chi vorrebbe a fianco qualcuno così? Liberiamoci da soli, e iniziamo a diventare più simili a quell’immagine di noi che abbiamo messo sotto spirito in attesa del momento giusto.

Principi azzurri e principesse rosa travestiti da rompicoglioni non potranno mai riconoscersi, ma solo respingersi.

Il momento giusto è adesso.