Mi sono distratto
di Andrea Devis
Accidenti, mi sono distratto un attimo, ed è passato un altro anno.
Ormai potrebbe diventare un’abitudine: un post più o meno ogni anno, più o meno verso metà Giugno. Quello che scrissi un anno fa, potrei averlo scritto ieri. Vale ancora.
Ma ormai, chi segue più questo blog? Sono lontani i tempi in cui raccontavo dei miei appuntamenti, o quelli in cui – ossessionato da un certo qualcuno – sfogavo qui la mia depressione. Le ossessioni romantiche un po’ restano sempre – noi lo sappiamo – ma la vita, quando glielo concedi sa sorprenderti, permettendoti di costruire passo dopo passo la tanto agognata serenità (che fortunatamente non è quasi mai come te l’aspettavi, altrimenti sai che noia).
In questo ultimo anno credo di essere cresciuto molto, musicalmente parlando. Ho abbandonato tanti vezzi, e mi sono accorto che quando una canzone – una storia – la scrivi bene, diventa facile cantarla – raccontarla. Era così semplice da capire, eppure allo stesso tempo era anche una verità totalmente inaccessibile. Bisogna vivere.
Non so quando potrò pubblicare un nuovo disco, vorrei poter dire domani, perché le idee non mancano, ma – senza ripetermi troppo – dirò che non basta l’intuizione, ci vuole il denaro, per investire in sé stessi, soprattutto quando il tuo nome non è grande e altisonante come vorresti. Ma va bene. Troverò un modo. Trovo sempre un modo.
Due anni fa ho pubblicato Nella Stanza, un potpourri di canzoni più che un album. Tante anime diverse, maldestre, tante ingenuità, tanta genuinità, bellezza, cura. Quando mi riascolto sono contento del lavoro di produzione che è stato fatto: senza Nella Stanza non sarei potuto andare oltre; non sarei potuto uscire dalla mia, di stanza. Un po’ introverso come me, sfugge a qualsiasi definizione di genere, intrattenendo fin dalla prima traccia con sonorità vagamente anni ottanta, per poi svelare una vena malinconica che non si esaurisce mai. C’è l’esperimento funky (La Risposta), la citazione di MJ (Le Parole Allontanate), il testo schietto ma quasi parodistico (Ci Si Innamora Delle Persone Sbagliate), il concitato gospel finale (This Day)… mi si potrebbe in ultima analisi dipingere dunque come una personalità disturbata, ma preferisco definirmi in movimento.
E mentre mi muovo, aspetto che la vita mi sorprenda ancora.
Ciao Andrea, che bello risentirti.. Scrivi sempre molto bene.. Un piacere leggerti..
Grazie, cara Iliade 🙂
Dear Andrea ,
Bello leggerti dopo tanto tempo e vedere che in fondo tutto è cambiato ma nulla è diverso
Nel cammino che ognuno di noi fa ci sono periodi in cui la vita sembra sorriderti ed altri in cui ti sdraieresti sulle rotaie del treno ( ma poi non lo fai )
In realtà nell’una nell’altra cosa è mai completamente vera E mai completamente non vera
Non credo alle persone perennemente felici né a quelle sempre scontente
La parola depressione invece indica una malattia complessa e spesso viene usata a sproposito
Anche io l ‘ ho fatto , ricorderai sicuramente quando insieme andavamo nella chiesa di San Damiano e tu mi aiutavi nella preghiera al signore perchè mi restituisse un po della mia felicità perduta
Pensavo che il biondo angioletto che mi era stato accanto fosse il custode della mia felicità
Ovviamente non era così e solo il cammino lungo ed a volte difficile del quale spesso sei stato partecipe Mi ha ridato la serenità che una donna del mio rango e della mia ormai veneranda età sente di dover avere per Affrontare con serenità l’alba del tramonto
Ma come correttamente dici la vita ti sorprende sempre , talvolta nel bene talvolta nel meno bene ( altrimenti sai che noi giusto per citarti )
Ed eccomi quindi arrivata nel momento meno aspettato a condividere grandi gioie e piccoli mal di pancia che spero presto si allontaneranno da me ( ma ancora una volta dipende da me e non dagli altri )
Sempre grata per la tua amicizia preziosa che per tanti anni hai voluto concedermi ti abbraccio
La tua devota amica Georgiana Spencer Cavendish duchessa del Devonshire