È un anno che (non) ti conosco
di Andrea Devis
È un anno che non ti conosco e sono ancora qui a pensare che se tu avessi conosciuto me per primo, ti sarebbe venuta voglia di farti conoscere. Penso all’insolito, all’insoluto.
Stamattina mi sono svegliato un po’ triste, ed era tanto che non succedeva. Sarà perché proprio oggi è un anno esatto che (non) ti conosco. È quasi passato un anno anche da quella cena che non c’è mai stata, ma che nonostante tutto mi è rimasta sullo stomaco. Indigesta, la nostra (non) frequentazione.
Oggi sole, niente pioggia. Niente posso darti un bacio? o stupefacenti ho capito come eri dal modo in cui mi hai abbracciato, niente di niente. Penso al mare, alla spiaggia che non abbiamo mai visto, nemmeno a settembre. Penso a quando ho camminato a piedi nudi, con il costume azzurro, quello ancora sporco di sabbia, nel tuo salotto. Penso che sicuramente non te ne ricorderai, ma è un anno che (non) ti conosco.
Ti rendi infelice in minima parte. In quella parte di onesta omertà sessuale mi contempli. Lasci suonare il campanello, cadono i vestiti, insieme alle inibizioni e alle inopportune contraddizioni di una vita intera.
Leggendo mi hai fatto capire perché in questi giorni sono più triste del solito: perché è un anno che ( non ) lo conosco. È passato un anno dal primo incontro, dalle uscite insieme e da tante altre cose. Mi manca, ma sto bene….forse perché mi sto innamorando di me stessa ;-)? E allora il passo successivo sarà quello di innamorarmi di qualcun altro 🙂
Un anno… e un giorno. E siamo oltre, anche se di poco, ma già distanti e capaci di intravedere qualcosa all’orizzonte.
O no?
Ma sì…
🙂
A me è venuta una profonda tristezza nel leggerti. Ma mi ha fatto bene.
Diventiamo tristi, per compassione. Noi, un po’, conosciamo noi stessi. Siamo una grande perdita, per chi non ci capisce! 🙂
Già…
Conoscere veramente e profondamente (onestamente) noi stessi prima di tutto, volendoci bene per ciò che siamo; mettere sul tavolo, a nudo, la nostra interiorità lasciando che l’altra persona ci conosca senza aver paura del suo giudizio; avere il desiderio, la determinazione, la curiosità, la costanza di voler conoscere davvero chi si presenta a noi.
Questi i segreti, ne sono convinto, per stare bene con noi stessi, per scoprire tesori nascosti e per costruire un rapporto vero con una persona “speciale”.
Difficile però, veramente raro trovare persone all’altezza.
O persone che pur avendo le giuste potenzialità scelgano anche di metterle in atto (cosa più importante e rara), tralasciando la strada comoda del conformismo superficiale (e banale, svilente!) a favore di quella entusiasmante della scoperta profonda, della costruzione condivisa, dell’orgasmica fusione di scintille di felicità…!
Che tristezza!
Ma mai disperare o fermarsi a guardare indietro: a volte quello che ci capita, quand’anche doloroso o non in linea con i nostri desideri, ci prepara a qualcosa di meglio, a un dono vero e importante che arriverà, se sapremo coglierlo…!