Non si può soffrire per la fine di storie mai cominciate

di Andrea Devis

Che poi, a fare i romantici che camminano per strada con gli occhi rivolti al cielo, prima o poi qualche merda si finisce comunque per pestarla. Penso sia più uno stile di vita, che un’abitudine. Intendiamoci: ci sono voluti anni per conciliare razionalità e romanticismo, e non ho mai pensato si trattasse di una convivenza impossibile, ma a volte mi chiedo dove si collochi il confine tra nuovo romantico e il più semplicistico nuovo coglione.

Il mio profilo Linkedin, è appena stato chiuso. Non aveva ragione di continuare a esistere. Era nato giorni fa, con il solo obiettivo di far giungere le mie avances all’ennesima persona sbagliata: perfetta sulla carta ma con già un’altra storia. Sì, un po’ me ne vergogno. Ma sono uno di quelli che camminano guardando il cielo, e poi si ritrovano puntualmente nella merda. Fanculo il raziocinio, io ci provo sempre.

Non si può soffrire per la fine di storie mai cominciate.

Fanno volare i nostri aquiloni, ci portano in alto e poi tagliano la corda. Complimenti, lusinghe, insinuazioni sessuali e apprezzamenti sparsi dalla testa ai piedi che quasi hai paura ad accettare. Poi però si mettono con ragazzi castani, carini (senza esagerare), gestibili, che con la loro rassicurante mediocrità garantiscono uno stile di vita senza troppe sorprese e dalle poche pretese tutto sommato accettabili.

Beh, vaffanculo. Con il sorriso, s’intende.

Mi concedo questi primi giorni di settembre per un po’ di cazzate. Concedo un po’ di tempo anche a tutte quelle cose rimaste in sospeso con l’alibi dell’estate. Poi basta però. Sono uscito a comperare una bicicletta e sono tornato a casa a piedi, con un sacchetto pieno di scarpe. Io al mio antiquato romanticismo non rinuncio, e ho messo in conto che là fuori potrò anche pestare qualche merda, ma senza dubbio se dovesse capitare lo farò con stile.