La poetica dell’illusione
di Andrea Devis
Un’altra notte trascorsa a rimestare parole e stati d’animo, traducendo in note l’incontro tra l’emozione e la voglia irrefrenabile di raccontarmi. Intrappolate lì – tra le righe del pentagramma – ci sono molte altre notti: alcune perse alla ricerca di risposte, altre consumate dall’euforia, e altre ancora semplicemente interlocutorie. Tra futuri e passati confinanti. Rientro a casa e osservo Milano. Ogni anno mi distraggo per qualche attimo, e maggio riempie gli alberi di foglie verdi. Cos’altro può essermi sfuggito? I gatti della colonia sembrano sempre così vigili. Puoi provare a chiamarli, ma non è detto che si avvicinino alla cancellata. Mi piacciono perché sono sinceri e non si sforzano di piacere a tutti i costi. A volte immagino di camminare con loro sul cornicione di qualche palazzo: perfettamente in equilibrio e al di sopra di qualsiasi cosa.
Quando rientro a casa molto tardi, o quando mi sveglio nel cuore della notte, non resisto alla tentazione di spiare dalla finestra. La notte appartiene ai sogni, alle aspirazioni, all’inquietudine e ai gatti. Osservo la strada: finalmente inizia a prendere forma, e nel primo tratto sono stati piantati addirittura degli alberi. Non c’è mai quasi nessuno che cammina, così inizio a fantasticare. Ci sono passi che mi piacerebbe ricalcare, e orme inedite che invece non vedo l’ora di lasciare nel terreno.
Penso alle persone, e alla loro incredibile capacità di costruirsi vite all’insegna delle illusioni. La forza di una menzogna nella quale si è i primi a credere, è incommensurabile. A volte poi, una menzogna può essere perpetrata al punto da diventare la realtà. Il concetto di verità è dunque caduco, labile, forse desueto. Bisogna essere però bravi, e capire quando un’illusione ci appartiene e quando invece è quella di qualcun altro.
Le persone libere possono essere felici.
Prima di rispondere, leggo almeno un paio di volte quello che scrivi e poi quando sono in macchina ripenso, rifletto e cerco di pensare a me. Come ben sai adoro le tue immagini per descrivere qualsiasi cosa :-).
Più leggo i tuoi scritti e più mi accorgo che è da tempo che non mi fermo un attimo a fantasticare, ad immaginare ed è anche da parecchio tempo che non sogno. Prima vivevo di sogni, di illusioni, fantasticavo con i miei cartoni della Disney, Immaginavo alcuni momenti della mia vita; ora sono più realistica anche perché certe illusioni mi hanno fatto male e certi sogni non si sono realizzati in quanto le favole non esistono. Ma grazie ad una persona speciale, con i suoi preziosi consigli sto cercando di cambiare e tirare fuori solo il bello di me stessa e ora forse devo trovare del tempo per me e immaginare la mia casa, la mia vita da sola e forse così mi sentirò più libera e sempre più felice e forse riuscirò anche io a camminare in perfetto equilibrio sul cornicione di un palazzo e al di sopra di qualsiasi cosa:-).
Forse sì, questa volta ti è sfuggito qualcosa…. l’ immagine delle tazze sporche 😉
CAMONY LOOP
Le favole non esistono, è vero. Aggiungerei “meno male”. Non ci sono streghe, non esistono sortilegi terribili e nemmeno maledizioni. Ci sono i cornicioni della vita però, e l’equilibrio perfetto ce lo creiamo noi. Basta volerlo! Basta… fantasticarci su. E poi costruirlo.
Le tazze sono tutte in lavastoviglie. Ho dovuto tenerle fuori dai miei racconti, per questa volta!
🙂