Certe cose accadono solo nelle favole (o nelle vite degli altri)
di Andrea Devis
Non sono mai stato invidioso. Non fa parte di me, è una caratteristica che non mi appartiene. Il rodimento di culo, invece, quello sì; più precisamente nutrito nei confronti di tutte quelle relazioni che si muovono e crescono in un territorio quasi da romanzo rosa: tra tradimenti, separazioni, follie e lieti finali vagamente stucchevoli. Certo, il lieto fine esiste, a volte. Bisogna essere positivi, me lo ripeto(no) sempre. Tra un filo di cinismo e una punta di disillusione io continuo a confidare nel fato, e non getto certamente la spugna. Quello che serve per alimentare lo spirito è il sentimento: introvabile carburante contrabbandato e spesso qualitativamente scadente, anche se in tanti fanno finta di niente e prendono quello che c’è.
Mi sento terribilmente inaccessibile. Per gli altri, e a volte anche per me. Però tutto nella vita accade seguendo una logica precisa, e questo è il momento di costruire, senza né disperare né disprezzare. Quando ero adolescente e avevo nella testa solo confusione, prendevo un pezzo di carta e facevo una lista di priorità, appuntavo tutti i progetti che avevo in mente e segnavo i percorsi possibili per poterci arrivare, dandomi delle scadenze. Oggi che ho trent’anni, e sono un single milanese pieno di contraddizioni, ho bisogno di riscoprire la mia individualità, e capire chi sono. Prenderò un foglio e proverò a tracciare il mio profilo. Il lieto fine non deve essere un miraggio, non deve essere mero egoismo e non deve mai essere l’unico sinonimo di felicità. A essere sinceri fino in fondo, questa storia del non era proprio destino, ha davvero rotto il cazzo.
L’amore fa parte della natura umana, così come l’odio. Solo che -anche se non odiamo qualcuno tutti i giorni- nessuno mette in discussione la propria capacità di poter odiare una persona. Si deve puntare in alto, ed essere sempre ambiziosi. Sono stanco di vieti abbracci a occhi aperti e bocche chiuse.
Naaaaa…
Io cliccko a cazzo!
…anche questa è una buona tattica!
“Non sei tu, nessuno di noi due è sbagliato, forse siamo solo incompatibili”.
A volte sarebbe più consolante fare quella lista e scoprire d’avere un difetto che è la causa di tutto: una macchia che basta cancellare, o accettare, così da smettere di maledire il destino e aspettarsi chissà cosa.
Io sono un maledetto romantico, e vivo nella convinzione (forse sbagliata) che l’amore nasca proprio da quelle “macchie” cui fai riferimento. I difetti ci rendono umani, vulnerabili, raggiungibili… in una parola: amabili. Sulla questione del “non aspettarsi chissà cosa”, approvo in pieno. Riuscirci, poi, è un’altra cosa però.
Grazie per la visita!
Esatto, un’altra cosa, come riuscire poi effettivamente a trovare chi le ami quelle macchie (o quanto meno arrivi a capire che ci fanno lì).
Io non l’ho mica capito cosa ci facciano lì, quelle macchie. Ma ho fiducia nel prossimo, magari più perspicace di me 🙂
Tante stanno lì solo perché il maculato non passa mai di moda. Tante altre – e a quelle mi riferivo – sono il prodotto di fatti e persone del passato, quindi andrebbero capite.
mi sono messa a leggere il tuo blog e mi piace un sacco come scrivi e ciò che scrivi :-)! anche io tempo fa credevo che le cose belle capitassero agli altri, invece ora all’alba dei miei 30 anni ti posso dire che le cose belle ci capitano, solo che spesso non le riusciamo a vedere. Tutti abbiamo delle ” macchie”, alcune indelebili, ma ritengo siano la nostra forza! Queste macchie fanno parte di noi e io non le cambierei mai queste macchie, perchè non sarei io :-)! poi ci sarà qualcuno che amerà anche queste macchie. Sono perfettamente d’accordo che l’amore e l’odio fanno parte della natura umana e tutte e due esistono e ci servono.
Ciao e continua a scrivere…. grazie
Certo!
Grazie a te
😉