Non fa ridere
di Andrea Devis
La vita ci mette tanta ironia, a volerla vedere. Ironia che non fa ridere, non me. Quando a notte fonda non riesco a dormire, riesco a pensare, sentendomi finalmente senza maschere, e vicino a un concetto di nudità che non contempla pudore. Mi domando se anche gli altri riescano a trovare il tempo per sentirsi così. A volte scappiamo dall’intimità della coscienza, e anche se apparentemente ci sentiamo più forti, non facciamo altro che rivelarci vulnerabili.
Dimentichi qualcuno, e poi per caso te lo ritrovi davanti. C’è chi sostiene che il caso non esista. Tutto ciò che accade, accade per un motivo preciso. Mi domando quale ruolo abbia il tempismo in tutto ciò. Mi sfugge. Sfuggo anche io. Sfuggono le risposte, le domande, e i pensieri che mi fanno compagnia nelle notti in cui non dormo.
In un paio di settimane, ben due incontri fortuiti fatti per strada, con persone (sbagliate, giuste, passate, presenti… ho smesso di domandarmelo) che hanno riempito la mia testa di domande. La vita mette ironia nell’accavallare e annullare eventi e passioni. Ma non fa ridere, non me.
Probabilmente sono solo un fottutissimo romantico con il feticcio del ricordo. Non dimentico, archivio. Poi, in preda al nevrotico bisogno di rivedere e cercare nuove chiavi di lettura, ciclicamente finisco a sfogliare pagine di un passato ancora non abbastanza remoto.
Incrocio per strada pezzi di universi paralleli (ovvero tanti “come sarebbe stato se”, i miei elementi di tortura preferiti) ma mai una volta che venga investito e sorpreso dalla forza e dal coraggio di qualcuno. Ci sono più probabilità di essere investiti da un’auto, soprattutto da quando hanno invertito il senso alla via dove abito. Dovrei invertire anche io il senso, e pensare solo al futuro, senza interrogarmi troppo sulle scelte -discutibilissime- degli altri.
Non fa ridere, non ancora.
La “nudità che non contempla pudore” di cui parli te la invidio, a me succede raramente. Sarà forse che la sincerità verso se stessi rende freddolosi. Mi capita piuttosto di scoprire cose curiose grazie a qualche sporadico abbaglio fortuito e semi incosciente del dormiveglia, o ad una delirante parentesi onirica. Ma se parto col presupposto di spogliarmi lucidamente di tutte le contraddizioni che mi sento addosso, mi ritrovo col cappotto. E se penso alla dedizione con cui mi impegno in questi sterili tentativi esplorativi, beh, personalmente lo trovo piuttosto divertente.
Così come trovo che lo sia spesso la materia umana in genere, nel suo essere tanto vulnerabile quanto impermeabile a ciò che di buono “sarebbe se”.
Il tempismo di reminiscenze che tornano a galla nei momenti meno opportuni sembra essere uno dei meccanismi grotteschi di questo strano gioco.
Penso – e suonerà banale – che la tragicomicità della vita sia segno che il maggior coraggio da cui puoi essere investito è proprio il coraggio di ridere di tutto questo e della piccolezza che comporta farne parte.
“Se hai intenzione di provare, vai fino in fondo. Non c’è una sensazione al pari di questa. Sarai da solo con gli Dei, e il fuoco incendierà le tue notti. Cavalcherai la tua vita dritto verso una risata perfetta. È l’unica battaglia buona che ci sia.”
Mi hai dato un buono spunto. Lasciar perdere l’autosabotaggio premeditato di ogni tentativo di outing per passare a pratiche selvagge di nudismo sentimentale, magari in luogo pubblico, sarebbe un buon inizio. Una bella sconsiderata rivoluzione.
Ciao K, scrivi molto bene.
Felice di averti fornito uno spunto interessante, ma mi sento in dovere di avvisarti: il nudismo sentimentale non è sempre apprezzato. La nudità spaventa, anche se dovrebbe rappresentare l’assenza di filtri per eccellenza. Stranamente le persone si sentono protette quando davanti a tutto ci sono le finzioni, che schermano e regalano l’illusione di un “tutto” più gestibile e governabile.
Ok, mi sono perso tra i miei soliti gomitoli di parole, ma il concetto è: spogliati di tutto solo con chi ha voglia di fare lo stesso.
Grazie per la visita!
è vero, è un territorio pericoloso e ci si può fare male, urge trovare un complice.
grazie a te!
ps. “raggomitolarmi” nelle parole mi è sempre piaciuto, troppo forse.