Gli orgasmi dell’ego
di Andrea Devis
Più o meno laddove l’orgasmo del corpo non basta più, comincia la ricerca dell’orgasmo dell’ego. Orgasmi multipli, simultanei, precoci, inaspettati… in un mondo dove indagare sé stessi è ogni giorno più difficile, mi pongo il solito bouquet di domande prevedibili. Cosa nasconde la promiscuità improvvisa? Cosa si cela dietro al desiderio di avere un gran numero di amanti che prima d’ora mai era stato contemplato? Per qualcuno potrebbe essere il solito bisogno di corporalità, uno sfogo basso delle pulsioni sessuali. Per qualcun altro si tratta di qualcosa di più: che senso ha andare a letto con persone che a malapena conosci (o che non conosci proprio per niente) se sai bene che quell’incontro -forse proprio perché privo dell’erotismo della conquista- non condurrà poi lontano dal piacere dell’autocelebrativa solitudine?
La componente “rischio”, per chi è attratto da questi scenari, risulta marginale. Ci deve essere qualcosa che non va. Come in tutte le cose è il cervello che comanda, ed è lui che vuole godere.
Ci si relaziona con persone che ci riempiono di complimenti, che ci osservano estasiate. Le persone con cui andiamo a letto rimangono quasi incantate, da un’immagine frutto non certamente della spontaneità. L’orgasmo dell’ego arriva dopo, quando ci sentiamo cercati, desiderati. L’orgasmo dell’ego è impegnativo e fine a sé stesso. Brancolando tra le insicurezze, si trova attraverso gli orgasmi dell’ego lo stimolo per reagire all’indolenza, che ci rende talvolta addirittura noiosi per noi stessi: quante parole, quanti problemi, quante facciate.
Poi arriva sempre qualcuno che non ti cerca, che non ti vuole, che sai benissimo essere la persona palesemente più sbagliata di questa terra, ma è proprio lì che si perde la testa. L’ego si fa tutto d’un tratto frigido, irrigidito dalla fermezza di una mente che non siamo riusciti a sedurre come avremmo voluto. Così, non rimane altro che elaborare l’ennesima frustrazione, consci del fatto che abbiamo provocato sì un orgasmo dell’ego… ma dell’ego di qualcun altro.
ah, quanto hai ragione!
Ahimé!
perchè Ahimé? è piacere anche quello.
Giusto.
Il mio “ahimé” era riferito all’ultima frase. Anche se -a volte, in un certo senso- si gode di più a far star bene gli altri.
Vedi “Shame” Di Steve McQueen. Fa un discorso parecchio parallelo al tuo. L’uno complica l’altro, direi.
Ok, lo guarderò Dorotea! Me lo riprometto da un po’, tra l’altro…
Inviato da iPhone
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Super!
non posso che rallegrarmi per la mia menopausa! 😀 😀
certo che è difficile andare alla ricerca costante di un altare sul quale sacrificare le nostre velleità, si rischia di (s)compiacere gli altri. però qualche volta soffermarsi sul ” trovato ” non dovrebbe essere spiacevole! ciao andrea, passo raramente, ma è sempre un piacere leggerti!
Ahahahah! Grazie!
🙂
e di cosa? ciao caro! 😀