Le periferie dell’amore (battuage all’autogrill parte II)
di Andrea Devis
Ai confini del lecito, a un passo dall’immoralità e decisamente molto prima della consuetudine, esistono le periferie dell’amore; dove l’espressione della sessualità non è altro che una manifestazione primordiale -ma allo stesso tempo complessissima- delle pulsioni che rendono le persone, prima di tutto, degli esseri umani.
Il sesso è un bisogno ancestrale e irrinunciabile; è condivisione, concretezza, conforto e confronto. Per qualcuno è un arrivo, per qualcun altro una partenza, ma indipendentemente dalla considerazione che se ne può avere, è indiscutibilmente qualcosa che fa parte della vita: mangiare, dormire, respirare e amare. Sì, perché il sesso è sempre amore: sia quando è effimero, sia quando è una stabile quotidianità – sia quando lo facciamo egoisticamente per amare noi stessi, sia quando vogliamo solo donarci all’altro.
Anche quando siamo parte di un nucleo, sappiamo solo noi -intimamente- cosa vive il nostro cervello e cosa il nostro corpo ci racconta, ed è per questo che indagare “l’altro” diventa un’attività pressoché paranormale, che può portare a un inesauribile interesse o alla rovina più totale. Non sempre sappiamo cosa vogliamo e non sempre abbiamo voglia di scoprirlo. In una coppia devono esistere delle regole, ma non oltre la porta della camera da letto: tra le lenzuola non deve esserci né limite né imbarazzo. La depravazione che una coppia sceglie di vivere, deve essere la sua normalità: nello spazio dell’intimità, non può esistere pregiudizio se non quello comune, che essendo comune ai soli protagonisti, si annulla automaticamente.
Ogni tanto torno a indagare le pratiche sessuali più diffuse, curiose, bistrattate e obsolete. C’è un autogrill alle porte di Milano -prima dello svincolo A8/A9- dove la sera sembra ci siano strani movimenti: uomini disposti a fugaci incontri di sesso, coppie dalle velleità scambistiche e camionisti alla ricerca di un’ erotica pausa lungo il tragitto che li porterà chissà dove. Non so di preciso cosa accada, e anche se hanno da poco rinnovato l’area di sosta trasformandola in una sorta di lounge room molto bella, il vecchio bagno -adiacente la pompa di benzina- pare ancora attivo, sordido, e illuminato dalla luce dei neon. Chi sono le persone che convergono in questi posti? C’è chi pensa a soggetti dalla scarsa moralità, promiscui e poco inclini all’amare e all’amarsi. Forse è così, ma c’è anche chi cerca una dose di amore non convenzionale, veicolata da un rapido scambio di fluidi organici che non hanno altra destinazione se non i cervelli, alimentando l’illusione che -per un attimo- si possa essere al centro di tutto. Persone disilluse ma desiderose di amare -anche se per poco- qualcuno che non rivedranno mai più, scappando così da tutti quei coinvolgimenti che probabilmente porterebbero soltanto all’ennesima delusione psicologicamente troppo difficile da gestire. Un piacere corporale e animale.
Non importa cosa decidiamo di fare delle pulsioni dell’anima: restiamo indistintamente tutti autentici animali da branco.
“Per qualcuno è un arrivo, per qualcun altro una partenza”… mi sa che per la maggior parte è un “venire”… scherzi a parte amo gli autogrill, ma non per gli scambisti o i depravati: li amo in quanto non luoghi, perché mi sanno di posto di transito, di movimento. Li amo per il caffé, gratis, della mezzanotte e per la sigaretta fumata nel parcheggio, sotto l’insegna illuminata… E’ vero, siamo animali, facciamo parte del regno Animalia quindi siamo animali, scimpanzé per l’esattezza (con cui condividiamo un buon 90%di patrimonio genetico)…ma, per carità, non dimentichiamoci che dall’albero, più o meno tutti, siamo scesi già da un bel po’ e ce ne siamo anche allontanati…
Anche io amo molto i non-luoghi -forse ne avevo anche scritto, tempo fa- ma preferisco di gran lunga le stazioni e gli aeroporti. Non so perché, ma quando mi fermo all’autogrill riesco solo a vedere gente terribilmente brutta.
🙂