Amare è arrendersi alla possibilità che qualcuno possa farti del male

di Andrea Devis

Senza difesa, sinceramente esposto e senza alternative. Amare è questo: non avere più freni e considerare la possibilità che quel qualcuno che ami possa farti del male, anche involontariamente. Quando l’amore c’è -e di solito pare arrivi inspiegabilmente e senza possibilità di razionalizzazione- ti lasci scivolare addosso tutte le perplessità e ti arrendi all’idea che non potrebbe esistere altra soluzione se non quella di amare, per l’appunto.

Cosa spinge le persone a cercare l’anima gemella? Forse la stanchezza per il ruolo che interpretiamo, che ci porta ad alienarci dal mondo e dalla nostra essenza. Guardarci attraverso gli occhi di qualcun altro ci migliora, e i rapporti che contano davvero -e che vivono il millantato sentimento- sono rapporti nei quali si cresce umanamente, unitamente, e nei quali ci si trasforma a vicenda in persone più belle. L’amore unisce ma eleva l’individuo, prima del nucleo. Che cosa spinga le persone a non cercare l’anima gemella è invece riassumibile in una sola parola: il dolore. Aprirsi a qualcuno significa dare a una persona il potere di amarti e di ucciderti. Il rischio concreto che ti possa essere fatto del male, per tua stessa scelta, è una delle cose più spaventose e allo stesso tempo inevitabili.

Se davvero non c’è nulla di difficile per chi ama, perché le persone fuggono dall’amore? Forse perché non tutte hanno avuto il privilegio di amare e di essere amate; chi quel privilegio lo ha avuto davvero, non cambia idea: può esserci stato il peggiore degli epiloghi, ma in cuor tuo, ogni giorno speri che dietro l’angolo, al lavoro, al bar o per la strada possa capitarti di incontrarlo di nuovo. L’amore.