Ho bruciato le tappe (ed erano tutti incendi dolosi)

di Andrea Devis

La paura di restare fermi, in mezzo alle cose che cambiano, al tempo che scorre… è lei che crea ansia. L’ansia per non aver fatto abbastanza, l’ansia di non essere come ci eravamo prefissati di diventare, l’ansia che ci fa dire “sarei potuto essere altrove”. Le alternative noi non le conosciamo, e forse è andata bene così; siamo sempre lì ad elemosinare compassione per una meta non raggiunta, quando spesse volte siamo invidiati e stimati dalla maggior parte delle persone che conosciamo. A noi non basta, perché tener fede ai propri progetti di vita è più importante di qualsiasi complimento o di qualsiasi dato di realtà. Siamo noi i giudici più cattivi: non ci risparmiamo una critica, un appunto sgradevole, una smorfia di intollerabile insofferenza. L’ansia a volte fa bruciare le tappe, così si cominciano a inseguire ipotetici traguardi, raggiungendoli in anticipo e senza la consapevolezza di ciò che ti sta accadendo attorno. Non mi sembra il caso di dispiacersene: essere in anticipo sui tempi permette di affinare l’intelletto, prevedere gli eventi e schiarire i pensieri. L’importante, è avere tappe sempre nuove, da raggiungere con la determinazione di sempre.