Il battuage dell’amore

di Andrea Devis

Vorrei esistesse un luogo dove poter andare a prendere un po’ d’amore. L’amore è difficile, inflazionato, talvolta irriconoscibile. Mi chiedo quale sia l’agente chimico che determina lo stravolgimento sentimentale: una combinazione di ormoni, radiazioni e condizioni meteorologiche probabilmente.

Forse abbiamo diritto -nella nostra intera vita- solo a una certa dose d’amore. Ne ho già scritto, ma riflettendoci c’è bisogno di una specifica: l’amore che possiamo donare non è prerogativa di un solo individuo in assoluto, ma di un solo individuo per volta. Se amiamo già qualcuno, non potremo amare -in contemporanea- qualcun altro. Non importa se ci siamo innamorati di un’idea o di un’immagine falsata dalla speranza e dall’illusione dettata dal nostro insito eterno romanticismo. Fin quando non distruggeremo quell’ideale -forse inesistente o forse no- resteremo prigionieri di un’idea malsana, capace di distruggere tutti i rapporti -potenzialmente perfetti sul serio- in divenire.

Conosco persone sentimentalmente multitasking, ma credo che prerogativa di noi -eterni ricercatori del sentimento perduto- sia proprio l’essere incapaci di pensare contemporaneamente su diversi livelli. Puntualmente, in maniera quasi tenera e infantile, cerchiamo di imbrogliarci da soli, dipingendoci scaltri, sfacciati e indipendenti; ma siamo più intelligenti di quanto crediamo di essere -e quindi- non ci caschiamo mai.