I sintomi dell’amore
di Andrea Devis
Quando hai vent’anni è tutto più facile: occhi da trota lessa, farfalle nello stomaco, pensieri a senso unico… hai a disposizione una serie di indizi che ti indica senza possibilità d’errore l’innamoramento. Ma quando cresci, da cosa riconosci l’amore? Come riconosci la persona giusta, e come riconosci te stesso come “innamorato”? Tutto si fa più sottile, e percepire le avvisaglie dell’amore diventa veramente un compito arduo.
Forse in modo un po’ disilluso, ho iniziato a pensare che l’amore non sia assimilabile al rincoglionimento totale. Potrebbe sintetizzarsi in tante piccole e grandi cose, meno appariscenti ma più solide e concrete nel tempo. L’amore diventa quasi una convenzione sociale: quotidianità, prospettive di vita, stili di vita, modi di fare… tutte cose che ci permettono di andare avanti identificandoci in un modello -perché si ha sempre bisogno di un modello- e cose alle quali a vent’anni non pensi. A vent’anni hai la spensieratezza dalla tua parte, hai l’incoscienza e il desiderio di sperimentare. A trent’anni pensi al tuo futuro in maniera chiara, a volte ambiziosa ma sempre legata a un dato di realtà, che ti riporta a doverti identificare all’interno di una società dove le persone non vengono certo valutate in base alla quantità di amore che sono state capaci di dare, ma in base semplicemente a quello che hanno fatto.
Insomma, pare che a nessuno, in giro, importi veramente dell’amore. Quella dei sentimenti è una sfera celata nella più profonda intimità, e a volte è difficile accedervi anche per noi stessi. Le mie parole qui si fermano, consapevoli del fatto che non tutti amano allo stesso modo – e che non tutti amano.
Attenzione però: la solitudine ci mangia vivi, confondendosi con l’indipendenza.
Io per la verità non ci riesco neanche adesso che ho vent’anni (più o meno) a capire quand’è che sono innamorata. Sarà grave?
Guarda Lose, io non sono nessuno… ma secondo me sì.
🙂
Lo sospettavo.
L’innamoramento prevede, a mio dire, una serie di fasi non sempre facilmente identificabili ma di sicuro diverse tra loro. Fino ai 24-25 anni l’amore ci rende stupidi o, almeno, ci fa vedere la realtà attraverso delle vistose lenti rosa, un po’ alla Elton John per intenderci. Crescendo restano senza dubbio le farfalle allo stomaco ma le nostre sensazioni si fanno meno appariscenti…confondendosi con l’euforia e la felicità. Forse hai ragione tu qaundo dici che alla gente, in generale, oggi importa poco dell’amore, come se si trattasse di una malattia. Io continuo ad amare…ormai da molto tempo ed è difficile riuscire a vivere senza amore…difficile se non impossibile.
Beh il punto è sempre lo stesso: trovare qualcuno cui importi quanto importa a noi. O in alcuni casi, sarebbe bene trovare qualcuno cui importi di più di quanto non importi a noi.
Non so se si è capito il senso.
Il caso che menzioni è raro…io direi quasi inesistente…purtroppo!
Eppure io mi ostino a pensare che ci siano solo modi diversi di vederlo e di concepirlo, l’amore. Tutto sta nel trovare un linguaggio comune. O un ottimo dizionario per traduzioni alla lettera!
Non sempre i linguaggi sono facilmente decodificabili…io ci provo da una vita e a volte la stessa parola assume significati troppe volte diversi e quindi…quindi non credo nell’amore che quella persona può darmi. E non ti sto a parlare dell’amore nella sua forma di espressione più alta…ma di affetto…di quello che sta alla base (o dovrebbe stare) della maggior parte delle relazioni che ci legano al prossimo.
A trentanni è opportuno iniziare a capire che è più importante l’amore che riesci a dare che quello che vorresti ricevere. Se poi per amore intendi una convivenza di coppia l’aspetto si complica molto, perchè l’amore che provi e che ti viene donato, deve tener conto di molteplici forme di rinuncia in favore dell’altro. Ma anche questo è dire niente, ognuno ama come può o come crede di amare. Più avanti vai con l’età, più l’amare assomiglia ad un rifugio dal nulla che circonda. Il sesso ovviamente è un capitolo a parte, e segue una strada parallela all’amore, ma raramente lo avvicina.
E’ esatta comunque la definizione: sperimentare
Come si esperimenta il vivere.
Sì melo d’aqua, conosco bene la questione…
Mi piace quello che dici riguardo l’amore dato/ricevuto e la penso allo stesso modo.
Grazie per la visita!
(bello il tuo nickname!)
amare ed essere amati se non sbaglio il problema è tutto quì e farfalle o meno nello stomaco vale a qualunque età … non confondiamo please la passione fulminante che brucia superfast come un foglio di carta e l amore quello vero che brucia lentamente come un enorme ciocco sul camino e che sembra non consumarsi mai … che da calore e vita che ti fa star bene sempre e che dura nel tempo in un rapporto di reciproco rispetto e comprensione in cui anche il sesso è una parte importante ( e magari anche la trasgressione ) ma che ti completa la vita ogni giorno che Iddio ha messo su ‘sta terra …. il vero problema è …. avere la fortuna di trovarla la persona con cui condividere ‘sto percorso … invece , spesso , uno crede di averla trovata ed invece scopre di essersi sbagliato e …magari quando é troppo tardi o cmq più difficile cambiare !! buona settimana 🙂
Mi piace come risposta.
Sì, lentezza, calore, rispetto, trasgressione… tutte cose che non sempre rispondono all’appello, ma certamente indispensabili. Forse la passione “superfast” dura poco ed è meno remunerativa in termini di investimento per il futuro, però… è anche quella che ti fa sentire vivo ed eternamente giovane. Il punto è avere la saggezza necessaria per capire che la felicità temporanea non compete con la serenità costante.
Ciao Little G Duchessa!
molto più semplicemente, caro andrea, a vent’anni hai tanti ormoni che potresti fare innalzare un tavolino anche con la sola forza delle farfalle – anche qualcos’altro in verità! 😉 – in seguito tutto è proporzionale al calo libidico. subentra allora la consapevolezza che, se non hai accalappiato un uomo o una donna con gli ormoni di cui prima, allora puoi giustamente cominciare a preoccuparti per il futuro delle tue camicie. però non vale disperarsi, bisogna avere fiducia nei residui – ormonali e pazientali. alla fine un qualche amore vale sempre la pena di viverlo!
Certo che ne vale sempre la pena!
Comunque mi è piaciuta un sacco la tua uscita sul fare innalzare il tavolo. Sei proprio una blogger, non c’è dubbio!
😀
ti giuro, mi vengono spontanee! 😀