Momentaneamente sentimentalmente impreparato
di Andrea Devis
Mi ritrovo ancora lì, seduto solo a pensare, mentre aspetto il mio pancake con lo sciroppo d’acero e le fragole fresche tagliate in quattro spicchi. Mi sento inquieto e allo stesso tempo sereno, in un’alternanza di picchi. Milano è grigia senza concessioni all’azzurro e con un vento che lascia presagire un acquazzone che tarda sempre troppo ad arrivare. Mi voglio finalmente abbastanza bene da concedermi un momento -più o meno lungo- nel quale pensare, senza angoscia, e nel quale scrivere. Scrivo per me e per chi, come me, crede ancora in quelle cose tanto desuete quanto indispensabili come sono i sentimenti e le connessioni tra le persone. Puntuali, taglienti, a volte spietate, le casualità che ci fanno incontrare gli altri in determinati momenti della nostra esistenza hanno sempre qualcosa di irresistibilmente paranormale, nel bene o nel male.
Ma l’amore, come funziona? Chi l’ha conosciuto, tende a riconoscere amori futuri da quegli stessi sintomi. Ma se la testa non la perdi, se i pensieri non si bloccano, di cosa si tratta? Ci si ostina a rincorrere quello che viene socialmente riconosciuto come “innamoramento” quando magari siamo già oltre, o magari siamo addirittura su di un altro pianeta ancora. Siamo disposti a lasciar perdere le famose farfalle nello stomaco (orrenda immagine tra l’altro) per la maturità e la razionalità di un rapporto che si colloca senza fronzoli in una dimensione -in una sola parola- più adulta?
È come se all’appello mancasse sempre qualcosa: una volta è troppo, l’altra troppo poco, e poi capita che non ci si ritenga ancora pronti. Pronti per che cosa, non si sa; ma se avessimo la determinazione e la capacità di diminuire le domande e aumentare -fregandocene del margine d’errore- le risposte, forse potremmo ritenerci un poco più pronti a scoprire la vita, e magari, anche il tanto famigerato amore.
Più facile a dirsi, che a farsi
Eh sì, senza dubbio, e non ho nemmeno detto di esserci riuscito (ammesso che questo post sia completamente e autenticamente autobiografico 🙂 ) però a volte penso che iniziando fingendo, potremmo finire alla lunga per diventare davvero persone capaci di darsi risposte da sole… o quasi!
Io di mio posso dirti che ho imparato che il rancore danneggia solo chi lo prova, tengo dentro di me i ricordi dei bei momenti passati insieme e cerco di sorridere sperando di incrociare altri sguardi sorridenti 😉
Esatto! È un po’ quelli che ho cercato di riassumere nell’articolo precedente a questo!
Fermarsi a pensare inizia ad essere, per me, una delle cose più banalizzate e sottovalutate, oltre che meno praticate, del mondo occidentale. Per cui ti dico bravo, amico mio, hai fatto bene, fallo più spesso, anzi facciamolo tutti più spesso. Il “chi si ferma è perduto” è una cazzata, si perde molto di più chi continua a camminare senza sapere dove vuole andare.
Poi volevo dire che le farfalle nello stomaco non le ho mai sentite, io. Non nel senso che non mi sono mai innamorata (e anche qui la definizione non è detto sia univoca – la definizione di innamoramento, intendo – e quindi anche delle farfalle, a ben pensarci), ma di solito quando mi innamoro (o almeno credo) lo stomaco mi fa male, mi si stringe e poi si dilata, e non v’è traccia di sfarfallìo. Lo so, detta così non è bella. Forse le farfalle sono meglio.
Infine c’è da dire che anch’io mi sono svegliata decisamente troppo presto stamattina, e per di più è stata una giornata molto piena, ed era solo domenica. E questo è il risultato.
Cara Lose, devi spiegarmi l’origine del tuo nome o darmene uno più articolabile affinché possa pronunciarti con sicurezza 🙂
“Chi si ferma è perduto” ma solo se ha una mente ingestibile come la mia. Le domande, le risposte, le cazzate… a volte le abbiamo in tasca, altre volte le hanno in tasca gli altri.
Serve ordine! L’ordine tacita le ansie, o almeno le mie, quasi sempre.
Il mio nick proviene dall’elfico. Ebbene sì, Tolkien è stata una delle mie ossessioni, una dalle quali mi sono salvata prima che fosse troppo tardi, però. Per cui, pronuncialo un po’ come ti viene, io lo pronuncio così come è scritto e quindi, probabilmente, male.
Anche a me l’ordine tacita le ansie. Io per esempio uso gli elenchi, moltissimo, e ho una mente abbastanza ingestibile (almeno per me, poi se altri riescono a gestirla, la mia mente, buon per loro) e ti posso assicurare che fermarla non le può fare che bene. Prima che deragli.
Comunque ha dei commentatori eccezionali questo blog.
Buongiorno Andrea, io credo l’amore e come una piccolo germoglio, al inizio cresce veloce, ma poi ha bisogno cura per diventare un grande albero.. quando un ramo diventa secco non si deve tagliare tutto l’albero.. e poi ogni anno intorno al albero spintano nuovi germogli.. cosi per me l’amore, questo mese sono 15 sposata ma sento ancora le farfalle nello stomaco… abbi un sereno ottobre colmo d’amore… Pif
Grazie Rebecca per il tuo intervento. Ci ricorda che l’amore va alimentato costantemente. Brava!
PU’Ó BASCIARE GLI SPOSE.
“Ma l’amore, come funziona?… o magari siamo addirittura su di un altro pianeta ancora.Per la maturità e la razionalità di un rapporto che si colloca senza fronzoli in una dimensione -in una sola parola- più adulta?”
È stato registrato nella scrittura, nel mese di agosto, in Brasile, un’unione stabile tra un uomo e due donne. Il caso é accaduto nella città di Tupan, San Paolo, è la prima volta a meno con registrazione e un contratto di Unione è formalizzato. Dobbiamo sperare le piu forma di unione: PUÓ BASCIARE TUTTI,TUTTI, primo gli animali.
Hmm… commento curioso!
Valmir idolo indiscusso.
Concordo.
Mi sono accorta che non ho risposto esattamente alla domanda, che era sull’origine del mio nome, quindi sul suo significato. Un giorno te lo dirò, quando ho tempo, magari quel famigerato giorno in cui passerò a Milano e ti offrirò un caffè. Oppure più semplicemente quando avrò meno sonno.
Ahahahahah! Abbiamo sempre sonno…
Aspetto quel caffè lì, soprattutto per poter dire ad alta voce: “è arrivata la Losengr!”
🙂
Concordo, commentatori eccezionali!
Ti voglio proprio sentire quando pronunci “lalosengr” senza farti andare di traverso qualcosa! Magari Susanna è più semplice, eh 😀
È anche un bel nome! Mi piace di più!
“Lasusanna” suona anche bene e comporta meno rischi. Dalle mie parti l’articolo non si usa quindi il problema non si pone.
eh qui sì purtroppo… io l’ho eliminato per quanto riguarda le nuove conoscenze, ma le vecchie, tipo la zia Graziella, restano invariabili.
Cara La Losensanna… (mischiando un po’ le carte in tavola)
E perché mai eliminarlo? A me non dispiace. (Losensanna? L’amore per i giochi di parole ti rovinerà, sallo! 😀 )
Effettivamente è un amore un po’ retrò. Sapevatelo!