Hai bisogno soltanto di me ma ancora non lo sai
di Andrea Devis
A volte non puoi fare a meno di pensare che sia così.
Ti guardi e non riesci a trovare in te nemmeno una cosa che non vada bene, e sei consapevole del tempo che hai passato -e che passi- a lavorare su te stesso, dentro e fuori. Eppure pare che in pochi se ne accorgano e che pochissimi capiscano la straordinarietà delle cose; poi mi ricordo che c’è un tempo per ogni cosa e che la vita altro non è che un alternarsi di fasi.
La vittoria non è forse proprio la soddisfazione per quello che siamo e che facciamo? È certo che cambiare, crescere e aspirare all’idea che abbiamo di noi stessi è anche doloroso, ma fanculo se ancora nessuno se ne è accorto, fanculo se nessuno ci ricorda chi siamo, fanculo se nessuno vuole condividerlo. Arriverà anche quella fase. Intanto, ci siamo noi per noi stessi, e questa è già un’ottima compagnia.
Io mi godo il silenzioso spazio per pensare, e da solo, scrivo. Perché questa non è altro che la fase in cui bisogna scrivere.
Qui capita più che “a volte”. O è capitato. In questa faccenda non sono tanto brava a distinguere passato e presente.
Forse non lo è nessuno, Dorotea…
e noi facciamo la claque! 😀
Pensa a chi li ha passati con la persona sbagliata e consolati.
Ooops pardon mi riferivo ai migliori anni delle nostra vita del post del 24 giugno. Sai com’è, ho letto tutto il tuo blog in tre minuti netti…
Sai che funziona? Ho pensato a chi li ha trascorsi con la persona sbagliata e mi sono -ancora una volta- sentito terribilmente fortunato.
Non bisogna lasciare che le cose che non abbiamo ci impediscano di godere di quelle che abbiamo o ci siamo conquistati.
Oh yes, anch’io me lo ripeto spesso. Aiuta 🙂