Le persone perfette per noi sono quelle che non sposeremmo mai

di Andrea Devis

È il solito complesso di interiorità. Se non soffri non ti senti vivo, se ti senti vivo è perché soffri e se ami lo capisci proprio quando stai male. Per fare un albero ci vuole il seme -e va bene- il problema semmai è il terreno: poco fecondo, disidratato e dilaniato dalle precedenti zappate, ma soprattutto disertato da tutti quelli che con il tentativo di estirpare le erbacce, hanno portato via le radici di qualcosa che non sapremo mai identificare.

Mi presentano una persona interessante -non bella- ma che dal solo sguardo capisci essere in grado di raccontare qualsiasi cosa rendendola coinvolgente: perché ha passione, perché ama quello che fa e perché ti dà l’idea di essere una che sa come amare. Infatti lo sa benissimo -non ho sbagliato- e il piccolo pargolo che dopo pochi minuti compare al suo fianco ne è la dimostrazione in carne e ossa.

Vagonate di immigrati tunisini, egiziani e più in generale magrebini, diventano la salvezza per le donne brutte, che gli italiani non hanno (erroneamente?) più il coraggio di farsi. Così nasce l’amore, che può rappresentare per qualcuno la ricaduta in quello stato di idiozia che si sarebbe dovuto esaurire con l’adolescenza; ma va bene così.

Mi trovo a prendere un caffè con una delle mie più care amiche in uno di quei rari giorni in cui a Milano si sta bene senza aria condizionata e senza riscaldamento. Guardiamo insieme la piazza e le persone che la vivono. Lei mi spiega che sta male, ma a salvarla è il lavoro, non l’amore che vive -o che dovrebbe vivere- e mi domando per un attimo se veramente valga la pena amare. Poi rinsanisco subito e non ho dubbi: sì. Credo in quell’amore che ti consuma di passione e che ti sputtana la capacità di ragionare razionalmente.

Le persone che starebbero bene al nostro fianco, immortalate in una fotografia con la cornice d’argento, non sono quelle che vorremmo. La famiglia del mulino bianco è noiosa. Alla famiglia del mulino bianco i bambini li ha portati la cicogna; il sesso non sanno cosa sia. Sono belli e vivono solo di sorrisi; non sanno cosa sia la collera, la rabbia, la passione, l’entusiasmo e l’angoscia.

Credo si possa essere orgogliosi della perfezione solo quando questa è il frutto di errori, di sbagli costruttivi, di pezze cucite male e poi riassemblate, di giornate storte che insegnano qualcosa e soprattutto quando si tratta di una perfezione che appaga senza compromessi di sorta.

Le persone che potrebbero sembrare perfette per noi, probabilmente, sono quelle che non sposeremmo mai.