Tanto va la gatta al largo, che affoga

di Andrea Devis

Pensavo al fattore rischio. Quanto siamo disposti a rischiare di perdere nelle relazioni? Il compromesso è da considerarsi un’alternativa valida? Al supermercato, al cinema, per la strada… vedo coppie di persone anonime, senza spina dorsale, senza niente da dire e da dirsi. Sarà per questo che esiste la promiscuità sentimentale? Più un soggetto è “intellettualmente” costruito più è sentimentalmente inavvicinabile?

Nella prima giovinezza siamo come fogli bianchi desiderosi di parole. Non appena l’inchiostro però scrive, noi diventiamo schiavi del nostro vissuto. Iniziano le esperienze, le esigenze e le apparenze. Ci identificano, ci scrutano per capire il nostro valore di mercato e per pesare la nostra capacità di stare al mondo.

Diventiamo un “pacchetto completo”. Con il corpo ti prendi anche una testa; che può ragionare in maniera più o meno complessa. Nel pacchetto sono inclusi anche il mondo e il modo: il mondo nel quale si vive, cioè il tessuto sociale che siamo soliti frequentare; e poi il modo, ovvero la modalità in cui deambuliamo tra le pieghe del sopracitato tessuto. Siamo individui costituiti da molteplici aspetti: quello che ci siamo costruiti con il tempo e -talvolta- anche con la fatica, ci rende papabili e allo stesso tempo inavvicinabili.

Quindi, più roba c’è nel piatto -seppur prelibata- più la digestione sarà lunga e impegnativa. È per questo che vanno così di moda le pietanze super light?