Recidivismi Relativi Recisi
di Andrea Devis
Cadono le foglie, finalmente. Si puliscono giardini e si tagliano rami secchi.
Tra qualche mese un timido raggio di sole farà la sua comparsa, e noi, pronti a sorprenderci, saremo in prima fila ad assistere alla nascita dei nuovi boccioli: tremendamente somiglianti a quelli dell’anno prima, che a loro volta ricordavano in maniera impressionante quelli dell’anno prima ancora e così via, in un perverso meccanismo nel quale ormai ci si rinnova consolidando uno schema fin troppo prevedibile.
È inutile recidere, tanto non si cambia quasi mai, e quando succede certamente non dipende solo da noi. La verità sta nel mezzo; ma nel mezzo di che cosa? Forse dell’oceano Indiano? Nel mezzo di una irraggiungibile crosta terrestre? O magari nel mezzo -di trasporto- con il quale latitiamo tra le relazioni? Potrebbe anche trattarsi di un imperdonabile errore di forma. Se la verità stesse quindi nel mazzo? Nel mazzo di cazzate che a fasi alterne ci ripetiamo, tipo: “sono una persona nuova”, “ho imparato dai miei errori”, “ho smesso di farmi del male”? Tanto poi siamo noi i primi a non crederci e ad avere la consapevolezza dell’esistenza concreta delle ricadute.
A ognuno il suo: chi ha il debole per il caso umano, chi per la nevrotica esaurita, chi per il morto di fame, chi per la bella stronza e chi per il bello e impossibile con gli occhi neri e quel sapor medio-orientale.
Rassegniamoci al recidivismo relativo senza illuderci che recidendo -al primo timido raggio di sole- lo stelo di una margherita possa partorire rose rosse: inaspettatamente sorprendenti e rigorosamente senza spine.
Ciao, ti ho trovato tra i miei follower e sono venuta a trovarti.
Sono rimasta incantata da questo post, dallo stile e dalla scelta intelligente delle parole, scrivi davvero bene…tornare a leggerti sarà un vero piacere, a presto!
Ti ringrazio tantissimo! Scrivo per divertimento, mi fa piacere sapere di riuscire a farlo bene.
Ho trovato il tuo blog oggi, mi è piaciuto subito e mi sono iscritto!
A presto!
mi piace come fluisce questo post !!
E spero che anche “bella stronza” sia una citazione del maestro M. M.
(oh comunque da uno stronzo può nascere un fiore!)
Hai centrato in pieno le mie altissime fonti!
M.M. …pura poesia urbana.
Fantastico 🙂 Ho fatto un giro nel blog, bello bello bello 😉 Complimenti!
…grazie!
🙂
“it isn’t strange; after changes, upon changes, we’re more ore less the same. We are more or less the same.”
Qualche volta recidere è un bel gesto, soprattutto se si tratta dei rami secchi della propria vita.
Un abbraccio
Dipende tutto da una serie di sforutnati eventi, tipo sono riuscito con tantissima fatica a smettere di fumare ma a rosicchiare le unghie ancora no.
Hai una bella voce, i virtuosismi che fai ti riescono bene. Mi raccomando, lavora sull’interpretazione . 😉 un saluto.
Ciao! Grazie!
L’interpretazione… ci si lavora, ma il miglior esercizio a parer mio è la vita. È la classica cosa che difficilmente si insegna! Complimenti per il tuo blog!
Sì, la vita… ma pure ascoltare tanta, tantissima musica. Anche quella che pensi sia lontana da te, di ogni genere.
Grazie per i complimenti.
Dopo aver conosciuto in anteprima il tema del post non potevo non congratularmi “ex post” con l’autore!
Grazie tresor!
🙂
Com’è che dicevano gli anziani? Il lupo perde il pelo, ma non il vizio?! Ecco, appunto.