TE + ME = IO³
di Andrea Devis
L’orologio segna un’ora troppo strana per restare a letto, eppure sono lì, immobile, a osservare le luci delle macchine illuminare a intermittenza le feritoie della tapparella. Ascolto in lontananza il rumore dei tram sulle rotaie, in un alternarsi di discese e salite di persone dirette chissà dove. Nella Milano che non riposa mai, due braccia mi stringono, e mentre dimentico a chi appartengono mi lascio andare a pensieri e riflessioni su me stesso e “gli altri” – entità astratta con la quale relazionarsi. Non so dove mi trovo, non ho più idea di che ore siano e non so nemmeno con certezza se si tratti della mia adolescenza o se ho già compiuto sessant’anni. Abbandono il corpo e mi osservo da fuori, ritrovando sul viso i segni di una stanchezza che non si chiama vecchiaia.
Che sia tutta una questione di somme, sottrazioni, potenze ed esponenti con risultati elevati alla seconda? Si intrecciano rapporti, si sciolgono legami, e molto spesso ci sembra di restare svuotati: senza nessuno da stringere tra le lenzuola la notte e senza un risultato concreto da stringere tra le mani di giorno. Si vivono giornate in simbiosi, si osserva chi si ama relazionarsi con il mondo, ci si scambiano parole e liquidi organici, si vive mettendo la propria individualità al servizio dell’altro, in un delicato gioco di equilibri dal quale non ci si dovrebbe distrarre mai.
Poi -per colpa di un destino che non seduce- si crolla. Mentre continuo a fluttuare a mezz’aria senza più essere capace di ritrovare me stesso, capisco che non esisto più così come ero abituato a conoscermi. Sono diventato la somma di due persone, o forse più. L’anima di chi ho incontrato si è fusa con la mia in un’irreversibile combinazione. Le smorfie involontarie, i gesti spontanei, l’assomigliarsi dei volti: testimonianze inconfutabili del vissuto di chi ha amato. Siamo il prodotto dell’amore, e la romantica presunzione che chi rivediamo in noi possa trovare specchiandosi il nostro sguardo nel suo, ci guida.
Le persone che incontriamo sono quindi il prodotto dei loro legami? Sono dunque a loro volta risultati e fattori di una precedente somma? Siamo costantemente tutti alla ricerca della combinazione chimica perfetta che scateni una re(l)azione gassosa? Mentre mi osservo, nel silenzio rotto dai rumori della città, mi chiedo se crescere non significhi fondersi, confondersi, concedersi, abbandonarsi, ritrovarsi, perdersi, prendersi e conoscersi.
In una parola, amare.
Sono parole molto belle. Complimenti.
Grazie Nora!
Non so se siano belle, ma certamente sono abbastanza spontanee.
Non ho fatto altro che constatare quello che succede intorno a me e metterlo nero su bianco.
Penso anch’io che siamo tutti il “risultato di una precedente somma” e a volte mi sembra così difficile accettare in una persona tutto quello che c’è stato prima di noi!
Credo che esista qualcosa che ci possa legare in modo indissolubile, nel profondo, senza che questo possa in alcun modo tenerci legati nella vita di tutti i giorni, in quello che chiameremmo concreto.
Credo che il nostro concetto di anima sia sbagliato… un’anima può possedere più corpi.
Un “pezzetto” di energia che ci lega in modo indissolubile ad altre persone.
Questa è la ricerca più complessa che possiamo vivere: la ricerca dell’altra metà!
Ma se l’altra metà non sarà mai una metà esatta? Se quando l’anima viene ad occupare un corpo lo facesse come un vetro quando cade in terra e si frantuma? Se milioni di schegge impazzite scappassero in giro per tutto il globo e finissero in corpi, animali e perchè no, anche oggetti o piante…
Così si potrebbe spiegare quell’energia alla base dell’esistenza stessa….
Se Enstein non ha sbagliato…. e nulla di distrugge, ma tutto si modifica….
Se l’energia equivale alla materia….
Se tutto all’origine fosse stata solo una grande massa di energia: l’amore….
Sarebbe possibile oggi cercare l’altra metà quando noi alla fine potremmo essere solamente un piccolo granello di un immenso universo?
Viviamo sempre di questa solitudine… eppure in alcuni momenti la vicinanza di qualche persona può mettere tutto in discussione e farci toccare il più alto e dolce dei cieli…. solitamente dobbiamo scontare le pene più forti delle fiamme dell’inferno di dolore che ci sostengono per poter arrivare così in alto….
e potrei andare avanti ore…..
Semplici e stupide riflessioni forse….. ma il tutto…. scaturisce da quel che ti tuo ho letto, subisciti le conseguenze! 🙂
Mi fa piacere sapere di essere stato in grado di ispirare queste riflessioni. La teoria dei frammenti mi piace un sacco.
Ciao!
ti rispondo con un silenzio. perché può sembrarti assurdo, ma ti letto mentre sono insolitamente stesa sul letto ad un orario improponibile e rifletto su cose tanto simili, decidendo se è il caso di scrivere ancora di quella che definisco la mia “frittata di sangue” o lasciar correre e convincermi che domani passa tutto.
grazie per essere passato dal mio blog, non ti conoscevo, vedo che abbiamo 2 buone cose in comune: milanesi e amanti della scrittura. baci
Ilaria frollini a colazione
Sicuramente siamo la somma o la sottrazione di re(l)azioni passate. Siamo in continuo divenire. Il grave è quando non lo si è.
Sull’amOre o sull’amAre, le tue riflessioni mi han fatto sorridere, da cinica sopravvissuta (e forse è solo invidia).
E comunque, bel posticino qui!
Mi è capitato spesso in quello stesso luogo, sdraiato su quel letto, di perdermi nel carosello di luci che si rincorrono dalle medesime feritoie che guardavi tu.
Grazie per i tuoi pensieri e grazie per il dipinto in cui riesci a disegnarli.
R.
Quel luogo è immaginario quanto concreto. Esiste ed è esistito. Forse era il 2006, o forse il 2019, non lo so; sapere che altre persone lo vivono, guardando da quelle stesse feritoie, mi fa sentire meno solo.
Ciao!
Devis, mi ci puà stare che alla notte ti svegli e rimani con gli occhi aperti… ma caromio, se fluttui mentre ti guardi, devi cercare di mangiare piùl eggero!
Hmm… io lo sapevo! il risotto alla zucca non è così leggero come si dice.
è che su certi post cerco di glissare, quindi rispondo in modo strategico…
Comunque mangiare male aiuta parecchio a fare sogni strani.
io sono totalmente in confusione sull’argomento… però per fondersi, confondersi, concedersi, abbandonarsi, ritrovarsi, perdersi, prendersi e conoscersi non credo sia necessario amare.. Si può fare benissimo tutto da soli. Possibile?
Forse sì. Ne ho scritto qualche tempo fa su questo blog: “la solitudine crea dipendenza?”
Ciao…hai superato te stesso questa volta! Filosofia pura!
Ma no dai, solo pensieri ad alta voce!
non vorrei scriverti qualcosa di banale tanto per dirti che ti ho letto ma stasera sono talmente stanca da non riuscire a pensare e tu non meriti da come scrivi delle frasi banali perciò ti lascio solo un saluto ma mi riprometto di ritornare a leggere ciò che hai scritto per comprenderlo al meglio Ciao
ti scrivo la mia reazione gassosa io + lui= (noi +noi+noi) =38 che sono gli anni trascorsi assieme in questi anni siamo cresciuti abbandonandoci, confondendoci, prendendoci, perdendosi, conoscendosi, ma sopratutto amandoci ciao
Ciao caro!
ma lo sai che circa una metà delle canzoni che hai cantato per il mio CD parlano proprio di questo? o perlomeno, ne parlano in diverse sfumature e con “diramazioni” leggermente differenti? 😉
a presto… magari ad un tuo prossimo concerto!
isteresi