La solitudine crea dipendenza?
di Andrea Devis
Mi sorprendo sempre di fronte all’evidenza.
Un gran numero di persone passa il tempo a millantare la bellezza della solitudine, che pare ormai diventata una moderna e inarrivabile conquista. In realtà c’è una gran confusione e spesso si finisce per scambiare la solitudine con la tranquillità, l’indipendenza, il silenzio… cose che sì, hanno a che vedere con la solitudine, ma senza contratto di esclusiva. Banalmente -altre volte- la solitudine non è altro che emarginazione e chi la conosce davvero ha ben poca voglia di vantarsi di qualcosa.
Solo, in uno dei tanti bar di Milano con “lunch-menu”, osservo le persone, sedute sempre in coppia (o relativi multipli), mentre la cameriera toglie il coperto extra dal mio tavolino. A pensarci bene, mi sa che si è frainteso tutto. Essere soli non significa non avere nessuno nel letto la mattina, non significa prepararsi in autonomia la cena, non significa vivere in un monolocale in affitto. La solitudine è probabilmente qualcos’altro. Uno stato mentale, una predisposizione, un modo di vivere e relazionarsi, qualcosa di profondo e radicato (un po’ come la disinvoltura delle Puttane Part-Time, vedi articolo del 6 settembre, su questo blog).
La cosa a parer mio più inquietante, non è tanto la solitudine in sé e nemmeno ciò che la provoca, quello che veramente mi spaventa è ciò che produce: persone che smettono di desiderare qualcuno al proprio fianco (arrivando addirittura a vivere i rapporti con gli altri in maniera frustrante e considerando la coppia una rinuncia a tempo indeterminato all’indipendenza), persone che smettono di cercare un confronto, persone che smettono di cercare il conforto, persone che perdono la capacità di immedesimazione nel prossimo (ammesso che l’abbiano mai avuta), persone che perdono la fiducia negli altri senza soffrirne, persone che finiscono per praticare delle interminabili, vanitose, virtuose, intime, autocelebrative -ma tutto sommato soddisfacenti- masturbazioni mentali, facendosele bastare e diventandone alla lunga dipendenti.
Probabilmente potremmo riassumere il tutto con il termine “egoismo”. Semplicemente, forse. Pare che la solitudine crei dipendenza. Io ne ho il terrore; di ammal(i)armi, tra l’altro, proprio non ne ho voglia.
non lo so
non riesco a stabilire se le persone che elogiano la solitudine siano riuscite davvero a raggiungere un certo equilibrio o se se la stiano cantando e suonando da soli
Secondo me una gran parte delle persone pratica del semplice auto convincimento da post fallimento.
ma chi lo stabilisce qual’è un fallimento?
.. È proprio vero.
Oppure anche continuando a guardare il mondo da un oblò, virtuale o meno, mentre le giornate si sfaldano tra le dita.
Alle volte siamo soli anchw quando abbiamo qualcuno vicino, allora perchè non essere da soli fisicamente ma non mentalmente?
Da soli è brutto… ci si possono fare tutti i discosrsi più belli del mondo, che è una cosa bellissima…. ma come si può pensare di non costruire nulla??
Intendo amicizie vere, amore e tutto quello che ci circonda nella nostra esistenza…
Hai ragione Andrea, io non sopporto la solitudine quando non e’ una mia scelta, amo relazionarmi, parlare con le persone e avere scambi di idee, sta diventando sempre piu’ difficile, e’ piu’ facile usare i social network… per pubblicare riflessioni, pensieri, poesie, pubblicizzare cultura, musica, eventi, manifestazioni va bene; ma non mi piace che si scambi come luogo di “sfogo” per “non incontrarsi” …non amo andare ai concerti, al cinema, a teatro, alle mostre da sola, saro’ strana molti lo trovano bello, anzi meglio…ma a me piace scambiare le opinioni con qualcuno mentre faccio tutte queste cose…non so voi..
Mumble, secondo me l’essere umano non è fato per star solo, la solitudine è una brutta bestia e chi millanta di amarla per me lo fa’ per mostrarsi duro e forte agli occhi degli altri, nascondendo una fragilità interiore che nessuno vedrà mai. Bu bu, a me piace stare tra la gente, oddio non la folla per favore, intendo tra amici o conoscenti, aver qualcuno a fianco… Specie oggi che è una giornata così uggiosa… Ciao ciao ^__^
Anch’io son convinto che molte persone sole fingano di essere stra-felici, però qui non si sta tenendo conto dell’altra parte della medaglia:
se è vero che la libertà ha un prezzo molto alto da pagare, è anche vero che pure la vita di coppia ha il suo prezzo, ed è molto salato! Sebbene sembri quasi nullo, alla lunga fa riempire di rimpianti.
Non parlo dei singoli piccoli scazzi famigliari, bensì di un…auto annullamento del sé, per sempre.
Il prezzo da pagare per la vita di coppia è come un finanziamento con rate bassissime: subito non ne avvertiamo alcun peso, ma quando ci voltiamo indietro dopo anni… ci rendiamo conto di aver strapagato e di esserci messi ,a vita, nelle mani di uno strozzino.
Non sto spingendo la gente a separarsi, ma sto dicendo che ogni cosa ha il suo rovescio della medaglia. E alla fine… SI SCEGLIE IL MENO PEGGIO.
Caro Marco, quello che dici può essere vero. E tutti ne siamo testimoni.
Ma siamo davvero certi esista un modo – e uno soltanto – di vivere la coppia? Ogni “nucleo” dovrebbe essere libero di stabilire le proprie regole, o di non stabilirne affatto.
Il tuo esempio sembra quello di qualcuno spinto ad “accasarsi” per ragioni sociali o per pressioni che han ben poco a che vedere con l’amore. Ecco, l’amore; quello dovremmo tenere bene a mente. Altrimenti… sì: diventa un finanziamento con rate bassissime!