L’amore: questione di fonemi e punti esclamativi
di Andrea Devis
Cammino solo in una città che non mi appartiene. Cerco un ristorante, ma sono tutti troppo poco affollati per poter entrare passando inosservato. Si chiederebbero se aspetto qualcuno o magari finirebbero per osservarmi incuriositi e basta. Ogni angolo evoca con presunzione qualcosa che abbiamo vissuto insieme. Il ristorante all’angolo, che pare uno scorcio strappato alla toscana, o la vecchia piazzetta buia, che imita con presunzione il ricordo della capitale. Tante cose mi riportano a te, ma non ci sei e io non ci sono.
Mi sono perso e ritrovato, sforzandomi ogni giorno per cercare di (ri)conoscermi. Non amo la diffidenza, preferisco una bugia attendista. C’è troppo amore a questo mondo, o forse, sarebbe semplicemente più corretto dire “ci sono troppi amori”, e la gente non capisce. Ognuno ama a proprio modo e chi hai di fronte spesso non conosce tutti i fonemi necessari per interpretare correttamente il tuo amare. Tanti amori, tanti modi diversi di amare, tanti quanti le persone a questo mondo o forse più. Riuscire a comprendersi è sempre più difficile.
Quanti “punti a capo”, per chiudere qualcosa che non va; quante “aperte virgolette”, per dire qualcosa cui non si crede e per scaricare vigliaccamente le responsabilità; quanti “punti interrogativi”, per uccidere con le domande.
Ci sono troppe poche verità e troppi pochi punti esclamativi a sancire un pensiero.
Mi spiace ma non sono proprio d’accordo: possono esistere diversi modi di cucinare le uova, ma non d’amare.
esiste l’Amore ed esiste nella misura in cui l’io si sublima concretamente nel noi.
il resto è narcisismo che è un amore deformante, un po’ noioso e prevedibile alla lunga.
Sanremo può essere il luogo delle canzonette oppure il luogo nel quale si stabilì e si spense il grande Nobel, nella sua splendida villa dal magnifico giardino, ove scrisse il suo famoso testamento da cui nacque l’omonimo premio che oggi con straordinaria contemporaneità, più che mai guida il mondo verso orizzonti più alti.
Scoprire significa vedere quello che tutti vedono e pensare quello che ancora nessuno ha pensato.
Forse hai ragione: sono solo io che sono disabituato all’amore; anche se mi piacerebbe non esserlo.
Sanremo… hmm. Chi sei?
non esiste.(punto) solo nelle poesie dell’800 ! 😉
il guaio è che oggi ci affidiamo tutti i giorni ad una bugia attendista, piuttosto che aspettare di poterci buttare nuovamente nel vero amore, perchè questo comporta un’attesa troppo lunga
Mi state -piano piano- facendo tutti rendere conto che ho scritto un po’ di banalità, una manciata di cazzate e un paio di fesserie.
Mi nasconderò dietro alla frase: “ma io sono uno spontaneo, sincero e che ragione con il cuore”.
Beh, bel cuore di merda! aggiungerei.
non hai scritto banalità o fesserie,è che siamo tutti sulla stessa barca, spaventati ed incapaci di muovere anche un solo passo