Gente trovata morta nuda con un sacchetto di plastica in testa

di Andrea Devis

In fatto di perversioni sessuali mi sono sempre ritenuto abbastanza all’avanguardia, eppure ogni tanto non posso fare a meno di sorprendermi come un’educanda in gita da Magic America, la catena di sexy shop sponsorizzata da Maurizia Paradiso.

Non è tanto il “cosa” a sorprendermi, quanto il “come”. Ho un sacco di amici che si sono dimostrati informatissimi a riguardo, mettendomi sotto il naso la mia arretratezza maiala. L’argomento in questione è una pratica chiamata “breathe control” che consiste, come deducibile, in un vero e proprio controllo del respiro. Pare che l’apnea forzata induca al rilascio di endorfine aumentando la durata e l’intensità dell’orgasmo. Si va dallo strangolamento vero e proprio -manuale o con corde elastiche- fino all’utilizzo degli intramontabili sacchetti di plastica (è anche un pratico modo per riutilizzare le borse del supermercato, ora fabbricate con quell’inutile materiale biodegradabile e incapaci di trasportare qualsiasi cosa che pesi più di un uovo).

Quando le cose non vanno esattamente come da programmi, i soggetti più fortunati schiattano, mentre i superstiti restano a questo mondo con qualche danno permanente al cervello (che a pensarci bene poteva anche già essere leso in precedenza). A dirla tutta, il soggetto attivo nei sopracitati casi risulta penalmente responsabile: poi hai voglia a dimostrare che era tutto un gioco molto moderno molto divertente e molto porco.

Le cose si complicano quando però la pratica entra nel menu dell’autoerotismo. Lì non c’è scampo.

“L’uomo fu così ritrovato: morto, solo, nudo, con il pisello in mano e un sacchetto di plastica in testa. Ma con un’espressione godereccia e tante, tante endorfine a tenergli compagnia nel microcosmo”.

Dite che è tutta colpa della crisi?